Rimborsi, Roberto Cota: “Molti acquisti li facevano i miei collaboratori”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Gennaio 2014 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA
L’ultima di Cota: mutande verdi pagate da me Ma ha restituito i soldi solo dopo l’inchiesta

Roberto Cota (LaPresse)

ROMA – Prima era la segretaria ora sono i suoi collaboratori. Tra un annuncio di golpe e una fiaccolata, Roberto Cota cambia ancora una volta strategia. E tenta una nuova difesa alla vigilia della probabile richiesta di rinvio a giudizio.

Scrive Ottavia Giustetti su Repubblica:

«Le ricevute non erano tutte mie, mica le facevo io di persona quelle spese, c’erano i collaboratori che facevano gli acquisti »: ha detto così, ieri, il governatore leghista trascinato via dall’inchiesta della Procura di Torino che lo accusa di peculato per essersi fatto rimborsare dal gruppo regionale 25.400 mila euro di spese personali. Prima attribuiva la responsabilità degli errori alla segretaria, adesso confessa di non essere stato lui a spendere tutti i soldi messi a rimborso. Sono stati, dice, i collaboratori.

Ma anziché affidare questa nuova versione ai magistrati — a dicembre lo aspettavano per interrogarlo e lui non si è presentato — lo fa in televisione, ai microfoni di Maurizio Belpietro che gli chiede del ricorso del governo piemontese, partito ieri sera, contro il pronunciamento del Tar (che ha dichiarato nulle le elezioni del 2010), e a pochi giorni dalla probabile richiesta del processo per il presidente e quasi tutta la sua maggioranza. Insieme, secondo l’accusa, hanno ricevuto quasi due milioni di euro di rimborsi non dovuti. Una montagna di scontrini per cene e caffè, bagnoturco e discoteca, viaggi in auto, treno e c’è persino chi ha noleggiato un motoscafo. Non manca l’abbigliamento di lusso e ci sono i famosi mutandoni verdi da 40 euro comprati proprio dal governatore a Boston, in occasione di un viaggio- studio. «Uno scontrino finito per errore pinzato insieme ad altri scontrini — ha detto ieri Cota al giornalista che lo intervistava — non è stato neanche oggetto di rimborso perché la contabilità è stata rettificata». Agli atti dell’inchiesta la ricostruzione risulta un po’ diversa: il presidente ha pagato di tasca propria i boxer verdi del negozio Martha’s Vineyard, si è fatto rimborsare dal gruppo consigliare la cifra equivalente in euro (40), poi, solo dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia con l’elenco di tutti gli scontrini incriminati, ha fatto un bonifico per restituire parte del denaro alla Regione (…)