Roma, allarme sicurezza, negozianti spaventati: furti, usura e violenze

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2014 - 12:32 OLTRE 6 MESI FA
Roma, allarme sicurezza, negozianti spaventati: furti, usura e violenze

Roma, allarme sicurezza, negozianti spaventati: furti, usura e violenze

ROMA – “Poche sere fa un vigilante, che un nostro socio è stato costretto ad assumere per difendersi da furti e rapine nell’area di servizio, è stato accoltellato da un balordo che non voleva pagare la consumazione. Ormai siamo arrivati anche a questo”.  “La rivelazione – scrive Rinaldo Frignani del Corriere della Sera – perché l’episodio non è stato reso noto, è stata fatta ieri dal presidente dell’assobenzinai della Figisc, Mario Millo”.

L’articolo di Rinaldo Frignani:

(…) A confermare la preoccupante tendenza lo studio di Confcommercio Roma e Format Research, che hanno inviato per posta 5mila questionari a imprese nel commercio e nel turismo.
In 400 hanno risposto – («Un risultato comunque soddisfacente e attendibile», spiegano gli analisti con il loro presidente Pierluigi Ascani) – evidenziando come il 52,7% degli intervistati ritenga che i livelli di sicurezza siano peggiorati dal 2012 a oggi: il 66,4% per i furti, il 55% per le rapine, il 28,9% per l’usura e il 26,6% per le estorsioni. Quasi il 10% dei commercianti ha riferito di aver subìto minacce estorsive, soprattutto baristi, ristoratori, tabaccai, abbigliamento e alimentari. La metà con danneggiamenti, il resto con pressioni psicologiche e violenze. Quasi sempre da malavitosi comuni, raramente da organizzazioni criminali. Ma più della metà delle vittime – il 60% – ha respinto le richieste di soldi. L’analisi dei dati mostra come ben l’88,1% dei negozianti non si sia mai rivolto agli strozzini, sebbene i commercianti al dettaglio e di pubblici esercizi denuncino un aumento di richieste usuraie, mentre i tabaccai di furti e rapine. E se da una parte è vero che il 4% degli intervistati ha ammesso di essersi rivolto ai cravattari, l’8% non lo ha confermato, ma nemmeno negato.
E chi lo ha fatto, nel 2,8% è stato dopo il rifiuto delle banche di aiutarli. La lotta al racket ha spesso visto iniziative fai-da-te: il 40,1% si è dotato di telecamere, il 23% di un’assicurazione, il 14,2% di una vetrata corazzata, l’11,4% di vigilanza privata. Anche in questo caso i tabaccai sono in testa alla classifica, con un peso notevole sui bilanci: oltre il 10% dei guadagni investiti in protezioni dal 26,4% dei titolari . Ma chi lavora dietro il bancone chiede nel 62,3% dei casi più protezione da parte delle forze dell’ordine, pretendendo la certezza della pena e il ritorno del poliziotto di quartiere. Oltre che dal presidente di Confcommercio Roma e Lazio Rosario Cerra, i dati sono stati presentati anche dal vice prefetto Ferdinando Santoriello per il quale «c’è un problema di presidio nelle periferie dove c’è un poliziotto ogni 250 persone in centro ma lì addirittura uno ogni 2.500». Secondo il vice prefetto a Roma «c’è stato un aumento di popolazione residente – 330 mila persone – senza lo stesso aumento di occupazione – solo 3mila lavoratori – dal 2007 al 2013. La nuova popolazione è priva di occupazione e ciò moltiplica le occasioni di devianza. In più non c’è stato un aumento della spesa pubblica per la sicurezza: siamo costretti a fare con quello che avevamo». Ma qualcosa cambierà: entro il 2015 in periferia ci saranno cinque nuovi presidi delle forze dell’ordine in edifici offerti dal Comune. L’accordo fra ministero dell’Interno e dell’Economia è già stato raggiunto.

Camilla Mozzetti sul Messaggero:

(…) Non solo, perché a questo si aggiungono i dati sulla percezione e le vittime di usura ed estorsione. Il 4% delle imprese intervistate ha dichiarato esplicitamente di aver fatto ricorso agli usurai con tassi di rientro il più delle volte eccedenti il 40% della cifra prestata. Il 9% delle attività imprenditoriali, concentrate non solo nel Centro di Roma ma anche nei quartieri periferici, ha ricevuto personalmente minacce fisiche o intimidazioni compiute per il 50% attraverso il danneggiamento dei locali, per il 46,3% con pressioni psicologiche e per il 7,4% attraverso violenza fisica. Molti di loro hanno dovuto acquistare, di tasca propria, con un’incidenza che supera il 10% sui fatturati annui, dispositivi di sorveglianza, quali telecamere o vetrine corazzate. «Una tassa occulta che toglie ossigeno agli investimenti – commenta il presidente della Confcommercio Roma, Rosario Cerra – per una necessità di protezione che dovrebbe essere garantita dalle sole autorità»(…)