Roma: Atac, i conti segreti a San Marino. Sipro: nessuna indagine su di noi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Dicembre 2014 - 08:16 OLTRE 6 MESI FA
Roma: Atac, i conti segreti a San Marino

Roma: Atac, i conti segreti a San Marino

ROMA – “Nel bilancio dell’Atac risultavano essere consulenze per valutazione del personale – scrive Sara Menafra del Messaggero – Eppure, i pagamenti per quegli incarichi sarebbero finiti su conti correnti riconducibili all’ex amministratore delegato Gioacchino Gabbuti e all’ex direttore generale Antonio Cassano. I conti, a loro volta intestati a prestanome, erano basati nello stato di San Marino”.

L’articolo di Sara Menafra ha provocato la reazione piuttosto vivace e minacciosa di una delle parti chiamate in causa, la Sipro Sicurezza Professionale, con una lettera del suo amministratore delegato Giorgio Maricone  a Blitzquotidiano.

Il nome della Sipro è emerso più volte nella cronaca degli ultimi anni. Quando fu arrestato lo zio dei titolari, Vittorio Li Gangi, per il possesso di una pistola non denunciata, anche allora la Sipro scattò per rescindere ogni collegamento con un parente ingombrante, in odore di “contiguità con affiliati alla ex banda della Magliana“. Sul sito Polizia.it si trova ancora un post piuttosto pesante.

Quando a Roma, un anno fa, emerse lo scandalo dei biglietti clonati dell’Atac si riparlò della Sipro, in relazione a

 “una interdittiva antimafia (poi annullata dal Tar) nei confronti della “Sipro”, società che distribuisce i tagliandi”.

Nella lettera di Giorgio Maricone viene invece smentito che il TAR si sia

“pronunciato in tal senso [non si capisce bene quale] nei confronti di Sipro”.

La lettera di  Giorgio Maricone afferma:

 “Con riferimento all’articolo di cronaca in oggetto, si rende utile, oltre che giuridicamente fondato, rappresentare alcune oggettive considerazioni.

Il servizio di gestione dei titoli di viaggio di ATAC s.p.a. viene gestito nel massimo della trasparenza e della professionalità da Sipro, che più volte si è messa a disposizione delle Forze dell’Ordine nell’ambito delle indagini riguardanti la vicenda al fine di chiarire la propria estraneità.

Nessuna indagine è stata mai subita da Salvatore Di Gangi in merito a quanto da voi pretestuosamente affermato, né tantomeno il TAR si è pronunciato in tal senso nei confronti di Sipro.

Invero, nel contestare il contenuto delle vostre affermazioni in quanto né la SIPRO, né la sua proprietà, né la governance o altri soggetti coinvolti nella gestione dell’azienda sono stati oggetto di inchieste giudiziarie, si invita e diffida a rettificare quanto pretestuosamente affermato.

Si precisa inoltre, laddove ce ne fosse per l’ennesima volta bisogno, che la famiglia Di Gangi non può essere affiancata a fatti di cronaca giudiziaria come da voi piuttosto superficialmente e senza alcun elemento di prova oggettivo affermato.

In difetto saremo costretti senza alcun indugio ad informare la Procura della Repubblica competente a tutela degli interessi dei singoli nonché della stessa Sipro.

Ci permettiamo sottolineare che la Sipro Sicurezza Professionale S.r.l. è, da molti anni, periodicamente oggetto di pubblicazione da parte degli organi di stampa, sia tradizionali che non, di notizie non veritiere o completamente prive di fondamento, finalizzate a screditarne l’immagine e, soprattutto, la sua posizione commerciale.

In ultimo, ma per questo non meno importante, teniamo ad evidenziare che dal gruppo imprenditoriale di cui è parte integrante la Sipro Sicurezza Professionale S.r.l. dipendono circa duemila persone e soprattutto le loro famiglie, che potrebbero subire i danni più gravi da questa campagna denigratoria nei confronti della società da cui dipendono.

Nel segnalare i gravi danni che una tale pubblicità negativa può arrecare alla ns. immagine, al nostro lavoro e ai nostri dipendenti, siamo, pertanto, con la presente a richiedere IMMEDIATA rettifica dell’articolo in oggetto. Ogni ritardo nell’esecuzione di quanto richiesto, sarà da noi considerato di rilevanza legale ai fini del risarcimento del danno subito”.

L’articolo di Sara Menafra:

Dalla notifica agli indagati dell’avviso di proroga dell’inchiesta della procura partita dall’ipotesi dell’esistenza di biglietti clonati ed approdata a un sistema fatto di fatture gonfiate, prestazioni inesistenti e riciclaggio, emergono alcuni particolari che spiegano più nel dettaglio come funzionasse il sistema Atac.

I pm Laura Condemi e Alberto Pioletti hanno chiarito alcuni particolari dell’indagine che finora erano rimasti nell’ombra (…) Parallelamente, la prefettura potrebbe avviare nuovi accertamenti sulla società Sipro.

Nel 2009, l’azienda aveva ricevuto un’interdittiva antimafia per le indagini subite dallo stesso Di Gangi, in rapporti di affari con il cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti. Il fratello, tra l’altro è Vittorio, soprannominato «Er Nasca», arrestato più volte per inchieste relative a casi di traffico internazionale di stupefacenti.

L’interdittiva è stata annullata su decisione del Tar del Lazio quando Salvatore Di Gangi ha ceduto tutte le sue quote alle figlie. Le verifiche della prefettura, però, potrebbero ripartire anche sulla base dell’attuale inchiesta della procura di Roma”.