Roma. Il Fatto: “Immondizia, topi, scioperi: e Marino va in tv”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Giugno 2014 - 10:52 OLTRE 6 MESI FA
Il Fatto: "Immondizia, topi, scioperi a Roma: e Ignazio Marino va in tv"

Immondizia a Roma

ROMA – I problemi per il sindaco Ignazio Marino sembrano non finire mai. Gli ultimi, i più frequenti, arrivano ancora dai cassonetti della città. Stracolmi, putrescenti, circondati da distese di sacchetti colorati. Piccole discariche a cielo aperto che possono regalare sorprese, come frigoriferi, materassi e reti metalliche abbandonate a fianco dei secchioni.

Oppure sgraditi incontri con la fauna meno nobile della città: ormai assodato il dominio dei gabbiani, sono stati avvistati anche topi e blatte (senza scomodare l’indimenticabile foto dei maiali che pasteggiavano immondizia durante le ultime feste di Natale). Le denunce arrivano da ogni quadrante di Roma. Dal centro come dalla periferia. Esquilino, San Lorenzo, Prenestino, Torpignattara, Monteverde, Camilluccia, Eur, Magliana.

Le settimane a cavallo tra fine maggio e inizio giugno sono state particolarmente nefaste. Durante i turni festivi hanno pesato (di nuovo) la diminuzione del personale e le difficoltà di circolazione dei camion che portano la monnezza romana fuori dal Lazio. Parlare di emergenza non è corretto. Non esiste alcun accidente o circostanza imprevista: il ciclo dei rifiuti romani è sull’orlo del collasso da anni.

Scrive Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano:

SUL SISTEMA pesa una fragilità strutturale, tra i ritardi della differenziata (a fine 2013 Marino ha festeggiato il traguardo del 40 per cento), le inefficienze e i debiti di Ama (la municipalizzata che ha la responsabilità della raccolta) e la cronica scarsità degli impianti di trattamento. Marino se l’è presa di nuovo con Ama e con l’amministratore delegato Daniele Fortini. Secondo il sindaco “su 8 mila dipendenti dell’azienda, ogni giorno mille non si presentano a lavorare”. Anche a gennaio, nel culmine di un periodo di disagi più intensi, aveva attaccato la municipalizzata, giudicandola “non all’altezza”. In televisione, invece, il primo cittadino si è auto assolto. Ospite di Otto e mezzo, su La7, ha chiesto più tempo: “Non mi dimetto. Mi volete dare almeno due anni per fare quello che in questa città non è stato realizzato negli ultimi cinquanta?”.

Marino ha giurato di godere della massima fiducia da parte del governo Renzi e ha rivendicato il suo essere “alieno”: “Sono un corpo estraneo al modo in cui per mezzo secolo è stata governata Roma. La cambierò senza farmi influenzare da nessuno”. Intanto le sfide si moltiplicano. Oggi il sindaco partecipa all’assemblea dei soci di Acea, la società della luce e dell’acqua di Roma. Si gioca la partita delle nomine dei vertici. Marino spera di piazzare i suoi uomini e battere un colpo contro il “nemico” Caltagirone (azionista di minoranza, che “tifa” per gli attuali dirigenti). Domani invece è il giorno dello sciopero generale dei dipendenti comunali romani. L’esercito di 24 mila impiegati della macchina pubblica si ferma per l’intera giornata. Asili, scuole materne, vigili urbani, biblioteche, uffici: il corpaccione di Roma Capitale rischia la paralisi, in mancanza di un accordo sui servizi minimi. È la prima volta nella storia della città. Oggetto del contendere, il salario accessorio dei comunali: duecento euro di indennità che – secondo i sindacati – rischiano di sparire dalle buste paga dei dipendenti pubblici. Il corteo partirà dalla Bocca della Verità e si fermerà al Campidoglio, sotto la finestra del suo inquilino.