ROMA – “È ridotta ad un scheletro – scrive Laura Larcan del Messaggero – Le foglie sono al collasso. Il fusto è uno spettro senza linfa. Ornava uno dei tre viali dell’ingresso monumentale di Villa Torlonia”.
L’articolo del Messaggero: Ora la palma morta, falcidiata senza pietà dal punteruolo rosso, è una silhouette inquietante che si staglia sul candore neoclassico del Casino Nobile del parco storico di via Nomentana. E sì che la coreografia esotica di palme era il fiore all’occhiello di quei viali d’accesso alla Villa. Un gioiello paesaggistico, un patrimonio verde. Ma ieri il colpo d’occhio era impressionante. Eppure l’allarme punteruolo killer nei parchi e giardini pubblici era scattato già da diverse stagioni, almeno tre anni buoni. Fior di botanici, agronomi, giardinieri erano stati mobilitati. Cos’è successo, allora. Il rischio di contagio è stato sottovalutato? Gli interventi di prevenzione non sono stati adeguati? Già, si fa presto a dire prevenzione. Perché lo stallo degli appalti del Servizio Giardini del Campidoglio (travolto ormai quasi un anno fa dall’inchiesta di Mafia Capitale) ha trascinato con sè anche il piano di trattamenti salva-palme. La cura strategica contro l’attacco mortale del punteruolo, dunque, è finito nel limbo del black out degli interventi di manutenzione e monitoraggio delle alberature. Da quanto si apprende, infatti, il trattamento anti-punteruolo è sospeso ormai damesi a Villa Torlonia.
In genere, da prassi ordinaria, le “cure sanitarie” per le palme venivano eseguite di lunedì mattina quando l’intera Villa veniva rigorosamente chiusa al pubblico proprio per la delicatezza dell’operazione (e anche per il tipo di prodotti utilizzati). L’ultima chiusura effettiva per il trattamento risalirebbe al 2 marzo scorso. Come lasciano intuire i tecnici, nel caso del punteruolo rosso, serve continuità in funzione della prevenzione. Il problema della salute delle palme, per evitare che si infettino, non è certo quello di un prato dall’erba alta che si risolve con una falciata. Se si “tagliano” le cure, le piante si ammalano. Come un effetto domino. IL RETROSCENA Non è certo un caso isolato. Perché la palma morta a Villa Torlonia è solo la punta dell’iceberg di un tracollo del patrimonio verde di Roma ai tempi (o con la “scusa”) di Mafia Capitale. Lo stop del trattamento sembra coinvolgere a tappeto da mesi quasi tutte le ville storiche di Roma. Il rischio di aggressione da parte dell’insetto è alto. «A Villa Sciarra sono quasi tutte morte», dicono i tecnici del Campidoglio. «A Villa Ada ne sono rimaste falcidiate ben cinque – avverte Lorenzo Grassi dell’Osservatorio ambientale Sherwood – Servono cure efficaci per arrestare l’azione devastante di questo fitofago. L’urgenza è di mettere in sicurezza l’area – continua Grassi – se c’è da abbattere si proceda pure, ma serve un piano che prevede una nuova piantumazione». Purtroppo, spettacolo impietoso, a Villa Ada restano solo i tronchetti degli alberi abbattuti. Di palme nuove, neanche l’ombra (…).