Salva banche, dipendenti: “Anche noi abbiamo perso i soldi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Dicembre 2015 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA
Salva banche, dipendenti: "Anche noi abbiamo perso i soldi"

Salva banche, dipendenti: “Anche noi abbiamo perso i soldi”

ROMA – Anche i dipendenti delle banche hanno perso i loro soldi, non solo i correntisti. “Ora abbiamo paura di ripercussioni personali”, dicono i dipendenti. Oltre al danno economico, anche la beffa: temono infatti che qualche correntista deluso possa aggredirli all’uscita dagli istituti bancari, non capendo magari che nell’azzeramento dei titoli del salva banche a rimetterci sono stati anche loro, che avevano sottoscritto azioni e obbligazioni presso la banca dove lavoravano.

Viola Contursi sull’Huffington Post scrive che i dipendenti parlano con reticenza e con paura:

“Chi parla chiede l’anonimato e confessa “abbiamo paura di ripercussioni personali, abbiamo anche paura di uscire dalla banca da soli, abbiamo paura di ritorsioni”. Queste le voci, le parole, i racconti, che viaggiano via telefono, per mail, con messaggi Facebook di alcuni dipendenti di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti. Molti di loro sono da una parte e dall’altra della “barricata”: sono dipendenti ma sono anche, in quanto tali, sottoscrittori di azioni e obbligazioni. Che ora, come gli altri 130mila, si trovano ad aver perso dei soldi, perché quei titoli sono stati azzerati”.

La Contursi scrive poi che al coro dei dipendenti impauriti si unisce quello di Riccardo Maiarelli, presidente della fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, che in una lettera aperta al premier Matteo Renzi scrive:

““L’atteggiamento del governo, timoroso delle conseguenze negative che potessero generarsi a Bruxelles ha consigliato di ripiegare sul “salva-banche”. Con tutte le conseguenze che conosciamo, non solo per azionisti ed obbligazionisti, ma anche per un concreto rischio occupazionale (…) La schiena più dritta, il necessario coraggio nei confronti di Bruxelles e il doveroso rispetto nei confronti di azionisti e obbligazionisti avrebbe garantito tutt’altro epilogo”.

Inoltre “non si consideri il decreto ‘salva-banche’ come la migliore soluzione possibile. Perché non lo è. Per nulla. È solo quello che ci hanno imposto. Se il risarcimento delle fasce più deboli degli obbligazionisti fosse rappresentato da un ridicolo indennizzo, credo sarebbe più dignitoso per tutti risparmiarci questa ulteriore beffa”. “Vendevamo di consueto obbligazioni subordinate – è la testimonianza di Paolo – negli anni passati non si dava peso che fossero ‘subordinate’, l’indicazione era di venderle”.

“Tutte le banche vendono questi strumenti ai clienti retail (ovvero ai piccoli risparmiatori non istituzionali; Ndr) anche nel corso di quest’anno e anche a clienti con profilo di rischio basso, perché le obbligazioni subordinate che esistono sono quattro, che vanno dalle Tl1 alle Mp2 che sono delle obbligazioni che hanno rendimenti in linea commerciale e che sono retail”, chiarisce Alessandro, che fa il consulente in un’altra banca non tra quelle salvate, ma che ha il suocero che ha perso i propri risparmi in questa storia.

“A mio suocero – racconta – hanno azzerato un’obbligazione che scadeva nel 2016 con tasso 0,91 Banca Etruria, obbligazione che nel 2006 dava come tasso 4,25 lordo, nel periodo in cui i titoli di stato rendevano il 4,14. Quindi quel tasso fisso che ora sembra fuori mercato era normale all’epoca. Io faccio il consulente finanziario e capisco che in questa storia si vuole scaricare la colpa sui risparmiatori come fossero degli speculatori, mentre speculatori non sono. La colpa però non è nemmeno dei dipendenti delle quattro banche, che hanno messo loro stessi soldi nelle obbligazioni e ora si ritrovano senza risparmi. Se le avessero ritenute rischiose pensate che ci avrebbero investito?”.

“Ho visto andare in fumo i risparmi di tutta la mia famiglia e i miei, perché io in quella banca ‘rinata’ ci lavoro da una vita – è il racconto di un’altra dipendente – In filiale abbiamo visto tanti, tantissimi, con storie tristissime, dal pensionato che ha perso tutto alle persone con difficoltà che non sanno che fare. Sono venuti da noi in filiale con rabbia. Anche noi dipendenti siamo arrabbiati e abbiamo anche paura di gesti estremi da parte delle persone”.