Sandro Bondi: Beatrice Lorenzin e Nunzia De Girolamo “vuoto morale” nel Pdl

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Novembre 2013 - 10:31 OLTRE 6 MESI FA
Sandro Bondi

Sandro Bondi

ROMA – Sandro Bondi non fa sconti e attacca tutti quelli che non la pensano come lui, in una intervista fatta con Tommaso Ciriaco su Repubblica in cui dà le sue “pagelle sugli ipocriti” salva solo Gaetano Quagliariello, “l’unico sincero, almeno lui non dice che Silvio resta il leader spirituale”.

E riserva il colpo finale a Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin che da “berlusconiane di ferro” (espressione di Ciriaco) declassa a simbolo del “vuoto morale” del Pdl. Le due dame sono rispettivamnte ministro dell’Agricoltura e della Salute: nel bollarle di infamia, Sandro Bondi assume per se, per il Pdl e per il mandante finale una pesante responsabiità.

La domanda di Tommaso Ciriaco su De Girolamo e Lorenzin, dice Bondi,

“offre l’occasione di far capire il vuoto morale che abbiamo creato, sì che ho creato anch’io. Ricordo di aver proposto la nomina di Beatrice Lorenzin a coordinatore regionale del Lazio, opponendomi a tante resistenze al rinnovamento. Pochi mesi dopo fu costretta alle dimissioni da una base in rivolta. Ho cercato di tutelarla nominandola responsabile nazionale dei giovani di FI. Per tutta risposta, ha detto che “Verdini, Santanché, Capezzone e Bondi non rappresentano i valori delle origini di FI”. Cosa devo aggiungere di più?”.

Nell’intervista Sandro Bondi affronta più in generale i temi che tormentano il Pdl:

“Scissione o non scissione, la realtà di quello che abbiamo realizzato è un drammatico vuoto morale, politico e culturale. Spero che Berlusconi si sottragga a questa voragine e rilanci FI valorizzando le persone migliori, con energie fresche”. Con la decadenza, immediatamente all’opposizione?

“Se non prendiamo le distanze da una maggioranza e da un alleato che estromette dal Parlamento il leader del centrodestra, non siamo nulla che possa meritare rispetto e avere una dignità”.

Alfano è la sua grande delusione?

“Sono stato fra i fautori della nomina di Alfano a segretario del nostro partito, l’ho favorita con le mie dimissioni da coordinatore. Alfano era il segretario di tutti e apprezzato da Berlusconi. Ora, con le scelte che ha fatto, è diventato il capo di una piccola corrente minoritaria. Ma il peggio è che si tratta di una esigua minoranza che pretende di imporre delle scelte importanti a tutto il partito, come ad esempio la decisione di non prendere le distanze dal governo in ogni caso, né in quello della decadenza di Berlusconi né in quello di una legge di stabilità che contraddicesse i nostri programmi. In sostanza, hanno preso degli impegni precisi con Letta e probabilmente con Napolitano”.

Poi ci sono Lupi e Formigoni. Lontanissimi, ormai. Sorpreso?

“A Maurizio Lupi mi legava una lunga amicizia e collaborazione e perciò mi dispiace la scelta che ha fatto. Per quanto riguarda Formigoni, invece, la cosa non mi stupisce. Ricordo come si comportò con Berlusconi quando la sua intenzione era di fare una sua lista in Lombardia. Rimasi incredulo dei suoi atteggiamenti e delle sue richieste”.

E Quagliariello? Si è esposto più di tutti contro il Cavaliere.

“Quagliariello in fondo è il più sincero di tutti. Ha detto chiaro e tondo quello che pensa: il governo deve andare avanti a qualunque costo fino al termine del semestre europeo. E siccome secondo lui Berlusconi è fuori gioco, nel 2015 si svolgeranno le primarie per scegliere il nuovo leader. Meglio Quagliariello che tutti quegli ipocriti che dicono, ad esempio, che il nostro “leader spirituale” resta Berlusconi, salvo aggiungereche il governo deve andare avanti comunque”.