Scalfari a Padoan: “Facciamo gli scongiuri… speravamo che la Roma arrivasse prima, ma…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2014 - 16:10 OLTRE 6 MESI FA
Scalfari a Padoan: "Facciamo gli scongiuri... speravamo che la Roma arrivasse prima, ma..."

Eugenio Scalfari (LaPresse)

ROMA – Eugenio Scalfari non ha cambiato idea su Renzi e su Repubblica continua a mantenere le distanze dal suo governo, sottolineando anche con metafore calcistiche il divario fra annunci e atti concreti, fra speranze e risultati.

Il novantenne giornalista non risparmia critiche al decreto Irpef, rispondendo al ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che a sua volta aveva scritto sul quotidiano diretto da Ezio Mauro per dare chiarimenti su dei dubbi sollevati da Scalfari.

Con Padoan Scalfari condivide il “tifo” per le sorti del Paese e per quelle della Roma, che alla fine di un grande campionato non raggiungerà l’obiettivo in cui sperava.

Il fondatore di Repubblica, per nulla “convertito al culto di Renzi” continua a definire uno “spot” gli 80 euro di bonus per i lavoratori dipendenti con reddito annuo fra 8.000,01 e 24.000 euro. Inoltre ritiene Padoan elusivo e “sobrio di notizie“, le coperture del decreto “posticce“, l’ipotesi di un aumento dei consumi in seguito ai bonus “una scommessa“.

Il rischio secondo Scalfari è che se “a settembre i consumi non avranno registrato aumenti sensibili il governo dovrà andarsene a casa e sarebbe un vero guaio per tutti. Speriamo fortemente di no”.

“IL MINISTRO dell’Economia, Pier Carlo Padoan, mi ringrazia per averlo esortato a chiarire più diffusamente la politica economica da lui adottata […] A mia volta lo ringrazio per averci esposto la sostanza, il metodo e gli obiettivi che egli si propone di realizzare e che daranno frutti tra due o tre anni sostituendosi allo “spot” degli 80 euro nelle buste paga dei lavoratori dipendenti con redditi superiori agli 8 mila euro annui, fino ad un tetto di 24-26 mila euro. Ciò premesso c’è un paio di questioni che desidero qui richiamare e che il ministro ha accennato sorvolandole un po’ alla lontana. Mi sembra invece che occorra tenerle ben presenti e sottolinearle.

LA PRIMA riguarda appunto l’equità. Lo spot degli 80 euro ha trascurato i non capienti sotto gli 8 mila euro di reddito, i pensionati con modestissime pensioni, le partite Iva dei cosiddetti autonomi. […] Padoan ammette che l’attuale taglio del cuneo fiscale è stato realizzato con coperture in larga misura posticce che saranno trasformate in un vero e proprio programma che lui ha già in mente ma sul quale è stato giustamente sobrio di notizie. […]
Quanto alla maggior flessibilità dell’Europa verso una politica di crescita, Padoan ne è certo. L’Italia lo chiede fin d’ora e il ministro ci informa che i presupposti ci sono già per quanto riguarda gli investimenti motivati dal lungo ciclo di depressione economica che non dipende da noi ma dall’intero mondo occidentale. L’Italia può sforare il bilancio perché quegli investimenti sono da tempo autorizzati dal trattato in vigore e non intaccano il paletto del 3 per cento rispetto al quale resteremo al di sotto. Questa affermazione non è del tutto esatta e lo conferma il fatto che, con apposito voto del nostro Parlamento, il governo è stato autorizzato ad informare la Commissione europea degli investimenti che si accinge ad effettuare per rilanciare nei limiti del possibile la crescita e l’occupazione giovanile.
Saremo senz’altro autorizzati sempre che la Commissione ne approvi la quantità e le modalità nonché riforme che aumentino la competitività e semplifichino opportunamente le istituzioni. Qualora però l’esistenza di queste condizioni non fosse ravveduta dalla Commissione non credo che il governo possa prenderle senza subirne alcune sanzioni. Se così non fosse non si vede il perché dell’informazione che l’Italia ha trasmesso alla Ue. […]
La seconda questione riguarda invece il pagamento di 20 miliardi dei debiti dello Stato, dei quali 8 alle aziende e gli altri ai Comuni e Regioni debitrici. È un flusso di liquidità preziosa per l’economia italiana, cui si aggiunge l’impegno che d’ora in avanti Stato ed Enti locali dovranno saldare i nuovi debiti a 60 giorni dalle relative fatture, non ricadendo nell’accumulo di altri pregressi. Benissimo, ma dove prenderanno i soldi i debitori per rispettare quel limite di tempo? Questo Padoan non lo dice e resta un sospetto tutt’altro che marginale.

Ma c’è un altro punto sul quale il sorvolo non mi sembra giusto: le banche sconteranno i debiti certificati pagando le aziende in soldi contanti. Benissimo. Ma a loro volta le banche vanteranno un credito nei confronti del Tesoro. È un debito fuori bilancio e non intacca il paletto del 3 per cento, questo lo sappiamo, ma è pur sempre un debito dello Stato e nasconderlo sotto il tappeto non serve a nulla, il debito c’è e prima o poi dovrà essere onorato, non è vero?

Infine: tutto riposa sulla presunzione che gli 80 euro in busta paga aumenteranno la domanda, cioè i consumi. Una presunzione non è pero una certezza. […] Qui non si tratta di far crepare il lupo, se a settembre i consumi non avranno registrato aumenti sensibili il governo dovrà andarsene a casa e sarebbe un vero guaio per tutti. Speriamo fortemente di no. I sondaggi dicono positivo, ma i sondaggi non sono un fatto, sono la scommessa che un fatto avverrà.

Nella conclusione calcistica Scalfari mette insieme due sentimenti e una preoccupazione: il “tifo” per le sorti del governo e per quelle della Roma e il timore che la speranza che le cose vadano meglio non basti, come è successo per la squadra giallorossa che alla fine non ha vinto lo scudetto.

Caro Padoan, facciamo i debiti scongiuri e intanto diciamo insieme evviva la Roma che però sarà seconda. Noi speravamo di più ma non è accaduto.