Sciopero bianco Atac dirigenti salvi: cacciarli costa troppo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Agosto 2015 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA
Sciopero bianco Atac, dirigenti salvi: cacciarli costa troppo

Sciopero bianco Atac, dirigenti salvi: cacciarli costa troppo

ROMA – Non ci sono soldi per licenziare i dirigenti Atac di cui il sindaco Ignazio Marino ha chiesto la testa dopo lo sciopero bianco che ha paralizzato le metro di Roma. Le buonuscite che spetterebbero ai dirigenti infatti sono salate e Atac non può permettersi di pagare i trattamenti di fine rapporto con i soldi che sarebbero destinati a migliorare il servizio.

Lorenzo De Cicco sul Messaggero scrive che il 1° settembre l’assessore alla Mobilità Stefano Esposito incontrerà Francesco Micheli, direttore generale della municipalizzata, per fare il punto sul riassetto che prevede il licenziamento di almeno 10 manager:

“«Ci sono molti dirigenti inadeguati, almeno 10 – aggiunge l’assessore – ma ci siamo resi conto che lo scioglimento dei loro contratti comporterebbe costi troppo elevati. Le risorse che abbiamo a disposizione, in questa fase economicamente difficile, vanno invece tutte investite nei servizi per i cittadini»”.

A chiedere le teste dei manager dopo lo sciopero bianco è stato lo stesso sindaco Marino, ma i costi per interrompere il rapporto di lavoro sono elevati, scrive De Cicco:

“Il licenziamento di 10 manager costerebbe infatti all’azienda di via Prenestina fino a 2 milioni di euro, secondo le stime dell’assessorato ai Trasporti, che ha preventivato almeno 200mila euro di spesa per ciascun dirigente da allontanare. «Ma nella situazione in cui versa l’Atac oggi, non possiamo permetterci di spendere i soldi dei contribuenti romani per dare la buonuscita ai manager», spiega l’assessore Esposito.
La strategia del Campidoglio resta quindi schiacciata tra due estremi. Da una parte c’è la convinzione che per rilanciare i servizi di Tpl «questa azienda vada rivoluzionata», a partire «dai dirigenti di prima fascia», e dall’altra c’è la consapevolezza di una situazione finanziaria estremamente complicata. «Il mio desiderio è quello di un ricambio profondo – ragiona Esposito – Ma questa operazione di bonifica richiederebbe una spesa che al momento non possiamo permetterci».

Difficile dargli torto. Nei primi sei mesi di quest’anno i conti della municipalizzata già segnano meno 60 milioni. Senza la ricapitalizzazione da 200 milioni avviata dal Comune, già un mese fa Atac avrebbe dovuto portare i libri in tribunale per il fallimento. Per l’operazione rilancio, il Campidoglio ha deciso di puntare tutto sul super-manager Micheli, un passato ai vertici di grandi gruppi italiani e internazionali, da Gucci a Poste Italiane. Sarà lui a guidare la fase di riorganizzazione dell’azienda, che entro il 2019 dovrà trovare un partner industriale per provare a competere, con tariffe oggi fuori mercato, in una gara pubblica che non farà sconti”.