Sconcerti sul Corriere: “Monologo delle prime tre. Milan resta nella palude”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Ottobre 2013 - 08:30 OLTRE 6 MESI FA
balotelli

Balotelli (LaPresse)

ROMA – “C’è troppa differenza fra le prime tre e le altre”, questo il titolo dell’articolo di Mario Sconcerti sulle pagine del Corriere della Sera.

“Il dato di fondo è la grande differenza tra le prime e le altre. Sarà un campionato in cui serviranno probabilmente più di 90 punti. Roma, Juve e Napoli, in 29 partite ne hanno perse solo 2. Se allarghiamo alle prime sei, troviamo che le sconfitte su 59 gare sono 7, ma tutte subite «all’interno» delle stesse sei squadre. La sorpresa è il Verona, altre non ce ne sono. Anzi, il livello delle seconde squadre è decisamente più basso del consueto. Questo causa il monologo delle prime.

Intanto la Juve riprende il suo passo veloce, 6 reti in due partite in casa, nessun gol subìto, una dimostrazione di facilità di gioco. Quasi straordinaria la regolarità di gol di Tevez, in altri tempi non così puntuale. La Juve però sta ritrovando insistenza, ha fatto sempre la partita, anche quando non esisteva più. È il suo momento migliore nella stagione, come se davvero Conte fosse riuscito a far capire ai suoi che devono dimostrare qualcosa alla vita, non tutto è dato per principio.

Il Napoli vince invece la gara più importante della serata. È l’avversario che meglio si adatta alla Fiorentina, fortissimo nelle sfide individuali di attacco, quelle che la difesa di Montella soffre di più. Non è mai stato un Napoli arrogante, ha aspettato sempre, ha limitato spesso gli spunti dei singoli avversari, ha rischiato, ma giocato da squadra ormai pronta. La Fiorentina non ha avuto fortuna (all’ultimo minuto era netto il rigore su Cuadrado, invece ammonito ed espulso), ma è incompleta, leggera in attacco e leggera in difesa. Bella squadra, ma senza Gomez, senza Gonzalo e con Ilicic ancora da vedere una volta. Toccherà oggi alla Roma rispondere, ma le squadre del campionato resteranno le prime tre attuali. Dietro si sfilano una per volta, con piccola eleganza come l’Inter, con promesse di gioco come la Fiorentina, ma si stanno allontanando.

Il Milan resta nella sua piccola palude nonostante il grande gol di Kakà, la cosa migliore della notte. La Lazio è un avversario quasi speculare, molto fisico, ben messo in campo e senza troppa fantasia. Non ci sono miglioramenti netti da notare rispetto a domenica. Non possono nemmeno arrivare. Il Milan è a 10 punti dalle terze, ha perso cioè un punto a partita. È troppo, ma dà l’idea di un limite non valicabile. Resta il buon ritorno di Kakà. La grazia del suo destro è ancora una grande storia, ma intorno c’è troppa normalità. (…)”