Selfie, l’ultima moda: l’autoscatto del malato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Gennaio 2014 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA
Selfie, l'ultima moda: l'autoscatto del malato

Selfie, l’ultima moda: l’autoscatto del malato

ROMA – C’è selfie e selfie, l’ultimo è l’autoscatto del malato, la foto, a letto, con il termometro. C’è Justin Bieber sdraiato a petto nudo su un letto dopo essersi sentito male a un concerto, Jovanotti con il polso rotto o lo squarcio sulla fronte dell’attaccante del Manchester United Wayne Rooney.

Scrive Elvira Serra del Corriere della Sera:

Cosa non si fa per un pugno di follower. «Non basta più apparire belli, manipolando le foto con i filtri: lo fanno già tutti. Ora si va oltre: ci si mostra deboli. Ma la situazione sta degenerando: non siamo più noi stessi, ci mostriamo come pensiamo che potremmo piacere di più», avverte la psicologa Alessandra Gorini, esperta di realtà virtuale e processi decisionali dell’Università Statale di Milano. Per lei «la cosa è sempre più grave, e soprattutto è soltanto una moda. Il rischio è l’emulazione: crearsi apposta delle debolezze per mettersi in mostra».
Tuttavia non si può neppure demonizzare il «selfie», che è stato sdoganato niente meno che da papa Francesco e che ormai si è conquistato un posto al sole nell’Oxford English Dictionary : praticamente, una consacrazione. È inutile, quindi, dimenticarsi che viviamo in un’epoca in cui la dimensione visiva è fortissima. Spiega il sociologo dei nuovi media Giovanni Boccia Artieri: «Rispetto alla presenza sui social media la scrittura non basta più, serve altro. Neppure basta raccontare la propria vita per immagini: da questo punto di vista siamo entrati nella Fase 2, siamo passati dalla tappa dei lustrini a quella dell’intimità. L’espressione di una debolezza rafforza la confidenza con il pubblico».
Come ha fatto finora Lady Gaga, che si è sempre esposta ai suoi «piccoli mostri» con i difetti. E come fece, da vera pioniera, Demi Moore, che ai tempi del matrimonio perfetto con Aston Kutcher postò su Twitter un autoscatto in cui al suo splendido sorriso mancava un incisivo. Al Corriere spiegò: «Il gossip è una bestia sanguinaria. Visto che non posso eliminare i paparazzi, cerco di batterli sul loro terreno. Così sono io a condurre il gioco».
Infine di quello si tratta: decidere come e quando catturare l’attenzione. «E allora lasciamoli fare», chiosa lo scrittore Giuseppe Scaraffia. «Mi ricordano tanto un loro antenato del ‘600, il Re Sole, che davanti a un pubblico riverente faceva anche i suoi bisogni. Divertiamoci in questa fiera degli orrori: un tempo si esibiva l’Elephant Man».