Senato, il Fatto Quotidiano: “La riforma creerà il caos…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Settembre 2015 - 17:46 OLTRE 6 MESI FA
(foto Ansa)

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ROMA – La riforma del Senato che doveva semplificare in realtà, si legge in un articolo del Fatto Quotidiano, creerà il caos. Il disegno di legge costituzionale prevede almeno dieci modi diversi di fare le leggi, stiamo passando dal bicameralismo perfetto al bicameralismo confuso” scandisce l’amministrativista Gianluigi Pellegrino.

L’articolo del Fatto Quotidiano: (…) La difficoltà di distinguere i vari temi toccati da ogni legge aveva già creato il caos attorno al Titolo V,che disciplina la ripartizione di materie tra Stato e Regioni. Ora promettono di semplificare questa parte dellaCarta .Malaconfusioneverrà trasferita sul procedimento legislativo tra le due Camere”. Non basta: “L’altro fattore di confusione sono le maggioranze imposte nelle due Camere. Su alcune materie, Palazzo Madama potrà intervenire solo se lo decide una determinata quota di senatori. A sua volta, la Camera potrà recepire le indicazioni del Senato con maggioranze differenti a seconda delle materie”.   Bicameralismo limitato, delirio sicuro   Ma quali sono questi modi diversi di legiferare? Pellegrino inizia: “Partiamo da quel che resta del bicameralismo perfetto. Alcuni provvedimenti andranno approvati in entrambi i rami del Parlamento: parliamo delle leggi di revisione costituzionale e delle altre leggi costituzionali, e di quelle che determinano legislazione elettorale e funzioni di Comuni e città metropolitane. Per arrivare a quelle che ratificano i trattati internazionali e alle leggi di attuazione riguardanti i referendum”. Poi è caos: con la Camera che decide, e il Senato che rincorre. L’articolo 10 comma 3 del ddl recita: “Ogni disegno di legge approvato dalla Camera va immediatamente trasmesso al Senato che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo”. Pellegrino traduce: “Il Senato deve prima stabilire se esprimersi o meno, ma poi ha 30 giorni di tempo per proporre modifiche, altrimenti l a n o r m a r i m a n e c o s ì com’è”.   La partita   sugli enti locali   Sulle leggi che toccano il comma 4 dell’articolo 117 della Carta (“Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”), il Senato può chiedere modifiche solo se lo ha votato la maggioranza assoluta (la metà più uno dei suoi componenti).