Sergio Marchionne: “Auto, il mercato vuole le fusioni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Giugno 2015 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA
Sergio Marchionne

Sergio Marchionne

ROMA – “So che fra i soci dei nostri concorrenti ci sono investitori che hanno espresso pareri favorevoli al consolidamento – ha detto, nella seconda giornata del Consiglio Italia-Usa a Venezia, Sergio Marchionne – Sono discorsi che vanno portati avanti con cura. Credo ci siano un po’ di investitori che hanno interesse allo sviluppo di una storia in questa direzione”.

«Con chi sviluppare la storia e come, è tutto da vedere, ma credo vi sia interesse dei mercati» avverte l’amministratore delegato di Fiat Chrysler; il possibile ruolo del mercato ha un riferimento principale, se non unico: la General Motors, unica vera public company del settore e azienda cui Marchionne – secondo la stampa Usa – ha già indirizzato precise avances. Il mercato, che aveva spinto il titolo Fca al raddoppio sull’onda dello scorporo di Ferrari e delle speranze di fusioni, ha limato quasi due euro rispetto ai massimi di marzo, con un calo superiore al 10%.
Il manager italo-canadese aveva rilanciato già venerdì le ragioni per cui ritiene inevitabile un consolidamento del settore auto – quelle ragioni che ha spiegato a fine aprile gli analisti finanziari – e aveva tracciato un identikit abbastanza chiaro del potenziale partner: qualcuno con cui ci sia «il massimo delle sovrapposizioni di attività e il massimo dei potenziali risparmi sugli investimenti di capitale». Un altro fattore che punta a Gm come uno dei candidati più probabili. Marchionne ha detto di capire che molta gente sia scettica, visti i precedenti nel settore, ma agli scettici ha ricordato i propri successi nell’integrazione di Fiat e Chrysler negli ultimi sei anni. Qualche novità su General Motors, o almeno qualche segnale, potrebbe arrivare già martedì, quando a Detroit si terrà l’assemblea degli azionisti del colosso statunitense; non è detto che qualche fondo o singolo socio non sollevi la questione.
Marchionne intanto, dopo aver chiuso i lavori del Consiglio di cui è prsidente, è già ripartito per l’America, dove oggi assisterà al Gran Premio di Formula Uno. Con un’ultima battuta sull’Italia, ha detto che «la crescita del mercato in Italia è buona, ma stiamo partendo da livelli molto bassi. Ce ne vorrà di tempo per ritornare ai livelli del 2007-2008. Sono tutti segni incoraggianti – ha concluso – accetto tutto e cerchiamo di non portare iella».
Il tema delle possibili fusioni e acquisizioni nel settore auto occupa anche numerosi consulenti, i quali cercano disegnare scenari a medio termine. Uno di questi è Roberto Crapelli, della Roland Berger, il quale qui a Venezia ha parlato di «riconfigurazione del settore auto più che semplice consolidamento», e ha indicato alcuni dei possibili sviluppi che potrebbero caratterizzare il settore negli prossimi anni: «Cessione di alcune attività dalle case costruttrici ai produttori di componenti; passaggio di singoli marchi da un gruppo all’altro; riconfigurazione dell’intero sistema della distribuzione, grazie al crescente utilizzo delle tecnologie digitali».
«I marchi saranno la vera àncora dei gruppi automobilistici, mentre la produzione potrebbe diventare sempre più una commodity». Il settore auto come quello dei telefonini? Un’opinione in fondo non troppo diversa da quella di Marchionne, quando suggerisce ai costruttori di mettere in comune la manifattura e concentrarsi sulla gestione dei brand. Resta da vedere quanto questa strada sia praticabile in un mondo in cui quasi tutti hanno surplus di capacità produttiva installata.