Sergio Mattarella. “La scommessa del Colle”, Rangeri su Il Manifesto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Febbraio 2015 - 14:44 OLTRE 6 MESI FA
Sergio Mattarella. "La scommessa del Colle", Rangeri su Il Manifesto

Sergio Mattarella. “La scommessa del Colle”, Rangeri su Il Manifesto

ROMA – Sergio Mattarella. “La scommessa del Colle”, Rangeri su Il Manifesto. Il profilo della personalità di Sergio Mattarella, la modalità con cui è stato eletto, il suo primo discorso programmatico (di fronte a un emiciclo plaudente mentre il presidente l’elenco delle sue manchevolezze) rappresentano secondo Norma Rangeri, direttore de Il Manifesto, il miglior risultato per quanti scommettono ancora sulla natura parlamentare della nostra Repubblica, finora debole argine alle spinte presidenziali e personalistiche in cui sembra avvitarsi la politica italiana.

Chi vor­rebbe un Pre­si­dente dai carat­teri forti è rima­sto deluso. Chi auspica un Capo dello stato inter­ven­ti­sta non si fac­cia illu­sioni. Chi crede che possa far ombra a Renzi si può met­tere l’anima in pace. Ma chi voleva ascol­tare un per­fetto inter­prete del ruolo di garante della Costi­tu­zione come chi spe­rava di ritro­vare una let­tura fedele del carat­tere sociale della nostra Carta fon­da­men­tale è stato accon­ten­tato.

E hanno avuto sod­di­sfa­zione quanti scom­met­te­vano di avere sul Colle più alto un poli­tico sen­si­bile alla natura par­la­men­tare della nostra demo­cra­zia, con­tro le scor­cia­toie popu­li­ste e deci­sio­ni­ste dei pre­mier pas­sati e presenti.  Tra i tanti aspetti che l’ingresso improv­viso sulla scena poli­tica di Ser­gio Mat­ta­rella ci pre­senta, uno è forse pre­do­mi­nante: la chia­rezza.

Per­ché, con una bio­gra­fia che ne fa fede, lui crede che la via mae­stra per difen­dere la nostra Costi­tu­zione signi­fi­chi innan­zi­tutto appli­carla nei suoi prin­cipi fon­da­men­tali. E ben­ven­gano le riforme di cui c’è biso­gno, ma solo se, e solo quelle, capaci di gua­rire le ferite che «la crisi ha inferto al tes­suto sociale», «aumen­tando le «ingiu­sti­zie», creando «nuove povertà», pro­du­cendo «emar­gi­na­zione e soli­tu­dine».

Una crisi che ha acu­tiz­zato le divi­sioni e reso «l’unità dif­fi­cile, fra­gile, lon­tana», una crisi che non rispetta il cuore, i fon­da­menti della nostra repub­blica: il diritto allo stu­dio, al lavoro, a essere curati, a ripu­diare la guerra e pro­muo­vere la pace, a godere di un’informazione auto­noma e plu­rale, a tute­lare la libertà e la sicu­rezza delle donne […] (Norma Rangeri, Il Manifesto)