Sergio Rizzo sul Corriere: “La legge della Puglia per evitare controlli sui gruppi… “

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Ottobre 2013 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA
Sergio Rizzo sul Corriere: "La legge della Puglia per evitare controlli sui gruppi... "

Sergio Rizzo sul Corriere: “La legge della Puglia per evitare controlli sui gruppi… “

ROMA – C’è una legge regionale in Puglia “per evitare i controlli sulle spese dei gruppi” (fonte Corriere) che ha trasformato i gruppi consiliari equiparandoli ad associazioni private. Spiega Sergio Rizzo sul Corriere della Sera:

Il fatto è che i contributi ai gruppi consiliari sono sempre stati utilizzati come una parte del finanziamento pubblico ai partiti. Venivano impiegati per pagarci i convegni, le manifestazioni, anche le campagne elettorali. Tutte cose che, ovviamente, con l’attività istituzionale del consiglio non c’entrano un fico secco. E sulle quali la Corte dei conti, cui il famoso decreto Monti ha demandato il controllo sui bilanci dei gruppi, avrebbe molto da ridire, con inevitabili e sgradevoli conseguenze.
Un assaggio c’è già stato in Molise qualche mese fa a proposito del bilancio 2012 dell’Italia dei valori, sottoposto all’esame dei giudici contabili nonostante non fosse ancora obbligatorio farlo. E mal gliene incolse: perché la Corte dei conti ha deciso che non si poteva considerare «regolare». Intanto per la mancanza di qualche pezza d’appoggio. Ma anche per la presenza di spese giudicate dai controllori «non ammissibili», come 36.100 euro finiti direttamente nelle casse del partito di cui il figlio di Antonio Di Pietro, Cristiano, è in Molise l’esponente di maggior peso.
E questo nonostante una legge regionale molisana, probabilmente per parare il colpo in anticipo, avesse stabilito che i contributi ai gruppi consiliari sono «spendibili senza vincolo di destinazione». Come per le associazioni private, appunto. Una disposizione singolare, che per i giudici non consente tuttavia di prescindere dai «più elementari criteri di ragionevolezza». Vale per i denari girati al partito, ma vale anche per gli scontrini e le ricevute che non riguardano spese sostenute dai consiglieri o dal personale di supporto del gruppo. Una bella grana, insomma.
Come risolverla? Stabilire per legge che un gruppo consiliare è un’associazione privata può essere una strada più efficace di quella molisana: la Corte dei conti controlli pure però non metta bocca su come un privato spende i soldi. Sempre che funzioni. 
Ecco dunque spiegato l’arcano: le polemiche, ne siamo certi, fioccheranno. C’è solo da sperare che non provochino la stessa reazione suscitata in Molise dalle lamentele dei giornali locali secondo i quali il taglio dello stipendio dei consiglieri sarebbe stato più che compensato dai rimborsi. L’11 ottobre il consiglio regionale ha approvato una delibera nella quale si dà mandato al presidente della giunta di «tutelare» con ogni iniziativa (anche querele?) «l’immagine e il decoro della istituzione regionale» che sarebbe oggetto di «una persistente campagna denigratoria». D’obbligo una domanda: chi paga l’avvocato ?