Stagione da record per i funghi. Giusi Fasano, Corriere della Sera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Agosto 2014 - 11:41 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo del Corriere della Sera

L’articolo del Corriere della Sera

ROMA – “Non va bene. Di più – scrive Giusi Fasano del Corriere della Sera – E per capirlo non serve essere fungaioli esperti. Basta fare una passeggiata in un bosco qualsiasi per vedere funghi e poi ancora funghi.
È la stagione del riscatto, dopo il poco o nulla dell’anno scorso. La pioggia abbondante e continua di questi ultimi mesi e l’inverno non troppo rigido, hanno creato le condizioni ideali per anticipare la raccolta di circa un mese rispetto al solito e, soprattutto, per consentire ai boschi di produrre una gran quantità di questi «frutti». Nelle tre settimane appena trascorse la prima grande ondata: dai monti della Calabria a quelli della Valle d’Aosta, dalla Val Gardena alla Val di Taro i cercatori di funghi sono scesi con gli zaini pieni e, anche se adesso è tempo di frenare gli entusiasmi, gli esperti sono pronti a giurare che il grosso deve ancora arrivare”.

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Ce ne sono così tanti che in Val di Fiemme (Trentino) l’Azienda per il turismo ha deciso di offrire il permesso di raccolta dei funghi, a settembre, a chi farà vacanza in valle per almeno tre giorni. La Coldiretti Veneto si spinge in una previsione da record: sugli oltre dieci milioni di ettari di boschi italiani si raccoglieranno trentamila tonnellate di funghi commestibili. E il più presente fra mazze di tamburi (macrolepiota procera ), chiodini (armillaria mellea ) e russule (russula aurea ) sarà come sempre il porcino, che risponde al nome scientifico di boletus edulis .
La pioggia, principale alleata dei fungaioli, è stata una benedizione perché quest’anno ha ridotto al minimo anche il numero degli incendi sull’intero territorio nazionale. Però è anche vero che ha creato nel sottobosco una umidità tale da favorire specie che normalmente spuntano in abbondanza soltanto da fine agosto in là, quando i temporali sono più frequenti. Per esempio i cantharellus cibarius , più conosciuti come «finferli» o «galletti», oppure il lactarius deliciosus , noto con il nome popolare di «rossella». Ma non soltanto quelli, come spiega Fabio Padovan, il presidente dell’Associazione micologica Bresadola di Belluno che ha più di 11 mila iscritti ed è fra i soci fondatori della Confederazione europea di micologia mediterranea . Uno dei risultati di questa «stagione anomala», per dirla con il presidente Padovan, è che «quest’anno è molto molto diffuso il cortinarius orellanus , particolarmente insidioso perché una volta digerito, quando le tossine entrano in circolo, diventa mortale attaccando i reni».
Il problema è che l’orellanus agisce dopo una latenza di una decina di giorni, quando ormai è troppo tardi per intervenire. Quindi attenzione: valgono i consigli di sempre, per quanto possano sembrare banali. E cioè non affidarsi mai a esperti improvvisati, non consumare mai funghi dei quali non si ha l’assoluta certezza che siano commestibili e, anche in quel caso, sarebbe comunque sempre meglio farli controllare nei centri micologici delle asl dove gli accertamenti sono gratuiti salvo una piccola quota richiesta soltanto a chi li commercializza o li cucina per il pubblico.
Pierluigi Fedele, micologo navigato e dirigente della Forestale a Parma, raccomanda anche accorgimenti utili all’ecologia oltre che alla salute. Per esempio «evitare di usare i rastrelli per smuovere le foglie del sottobosco», oppure «non distruggere a bastonate i funghi che non si raccolgono». E ricorda: «Andare a cercarli di notte con la pila è vietato».
Il suo collega Massimo Rizzo, vice ispettore della Forestale di Spezzano della Sila, in Calabria, spiega che quando si confiscano i funghi «generalmente li doniamo ad associazioni di volontari, case di cura, conventi…». Mentre il cercatore ci rimette oltre al contenuto del cestino anche una sanzione che va dai 100 ai 500 euro. I motivi di una confisca sono vari: perché ne sono stati raccolti più del consentito, perché il fungaiolo di turno non ha pagato il permesso oppure perché non ha rispettato il giorno di stop per la raccolta.
Ecco. Per quest’ultimo motivo si augura una sanzione Fabio Padovan, «così impugno il verbale — promette — e dimostro che il nostro regolamento regionale è anticostituzionale». Quel regolamento dice che in Veneto la raccolta per motivi di studio è possibile di martedì, sabato e domenica. Un impedimento, è convinto il presidente dell’associazione micologica bellunese, per lo «sviluppo della ricerca scientifica» promosso dall’articolo 9 della Costituzione .