Stefano Fassina: “Governo meno ricattabile, ma berlusconismo non è finito”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Novembre 2013 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA
fassina

Fassina (LaPresse)

ROMA – “Opportunità, ma anche rischi”: è racchiuso in questa formula il giudizio che Stefano Fassina, viceministro pd dell’Economia, dà della rottura del Pdl e delle conseguenze che potrà avere sul governo.

Scrive Daria Gorodisky sul Corriere della Sera:

Eppure molti esultano decretando la fine dell’era berlusconiana…

«Il 2 ottobre e sabato scorso segnano la conclusione definitiva del ventennale monopolio di Silvio Berlusconi sul centrodestra italiano. E questo è un fatto positivo, perché apre all’evoluzione di un centrodestra italiano verso i grandi partiti popolari europei. Però sottolineo che vedo la fine del monopolio di Berlusconi, non del suo ruolo politico o del berlusconismo».(…)

Come pensate di contrastarlo?

«L’antieuropeismo fa leva su un punto vero: l’insostenibilità della linea di politica economica mercantilista dell’eurozona, dettata dai conservatori tedeschi e raccomandata dalla Commissione europea. L’unico modo per contrastarlo è dire la verità, criticare l’austerità cieca dettata dalla Ue spiegando che non funziona e che soffoca l’eurozona. È ora di sostenere una radicale revisione della rotta di politica macroeconomica».

Scusi, ma allora perché finora avete taciuto? Non rischiate di fare la figura di chi «rincorre»?

«Prima alcuni di noi l’avevano detto, altri meno… Però adesso, vista la situazione economica e dati gli inevitabili contraccolpi politici delle forze populiste, bisogna essere netti».

Crede che con la nuova situazione la legge di Stabilità viaggerà su un percorso meno accidentato?

«Lo misureremo da domani mattina (oggi per chi legge, ndr ). Però sul piano degli emendamenti presentati non vedo grandi differenze tra le due parti del Pdl. Penso che si possano trovare soluzioni. A meno che da Forza Italia non arrivi subito un atteggiamento ostruzionistico».

Al Senato, sulla carta, oggi la maggioranza è di dieci voti. Non le sembra un margine troppo permeabile per garantire stabilità?

«È una maggioranza incerta, però meno segnata dalle tensioni quotidiane. Come dicevo, il nuovo quadro presenta contemporaneamente opportunità e rischi. Il governo dovrà rendere molto chiaro chi sarà il responsabile di eventuali comportamenti ostruzionistici, o di grillizzazioni».(…)

Già, ma esiste una questione Cancellieri. E, a proposito, lei che opinione ha sulla permanenza in carica del ministro della Giustizia?

«Credo che il ministro debba valutare con grande attenzione i segnali chiari sul fatto che si è incrinato il rapporto di fiducia con una grande parte della maggioranza».

Una domanda sul suo partito: come voterà alle primarie?

«Continuo, e con determinazione, a sostenere Gianni Cuperlo. Una candidatura che era partita controcorrente e che oggi compete per il primato nella consultazione degli iscritti. Invece vedo un risultato molto negativo per Matteo Renzi: nonostante l’enorme vantaggio mediatico e finanziario e l’appoggio di molti poteri del Paese, è molto lontano dagli iscritti…».