La Tasi di Renzi, peggio di Monti. Maurizio Belpietro su Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2014 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA
La Tasi di Renzi, peggio di Monti. Maurizio Belpietro su Libero

La Tasi di Renzi, peggio di Monti. Maurizio Belpietro su Libero

ROMA – “Faccio ammenda – scrive Maurizio Belpietro su Libero –  L’altro giorno ho scritto che il governo Renzi era uguale a quello Letta. Sbagliavo: l’esecutivo del Rottamatore somi- glia più al Consiglio dei ministri presieduto da Mario Monti. Non tanto per le facce di chi ne fa parte, che per lo più sono le stesse di prima”.

L’editoriale completo:

 

Enemmeno perla presenzadi un certo numerodi impresentabi- li, a cominciare da Francesca Bar- racciu(indagata:ma senonanda- va bene come governatrice della Sardegna perché va bene per il go- verno d’Italia?)per finirea Tonino Gentile (da fermare, come lui ha fermatole rotativedel giornaleche pubblicava una notizia sgradita). No, la ragione per cui accosto il no- me dell’ex sindaco di Firenze a quello dell’ex rettore della Bocconi èperchéentrambi paionoaverela stessa dimestichezza con le tasse. Infatti, neanche il tempo di arri- vare a Palazzo Chigi che sia l’uno che l’altro hanno sfornato senza neanchefareun plisséunasventa- gliatadi nuoveimposte. Montire- sta famoso per aver reintrodotto l’Imu,

colpendo anche le prime case. Renzi diverrà famoso per aver consentito di au- mentare la Tasi, cioè latassa sui servizi in- divisibili, imposta che appena dovranno mettere manoal portafogli gliitaliani im- pareranno a conoscere e a detestare. Di che si tratta? È presto detto. Un tempo i contribuenti pagavano i tributi per otte- nere in cambio i servizi essenziali, ad esempiolasanità, lasicurezza,l’ammini – strazione della giustizia eccetera. Ma an- chele stradeasfaltateeilluminate, lanet- tezza urbana,l’anagrafe e tutte lealtre at- tività che in genere sono affidate ai Comu- ni.Con lascusadelfederalismo edelde- centramento amministrativo, da un po’di tempo oltre allamoltiplicazione degli im- piegati pubblici e delle pratiche che un cit- tadino è costretto a sbrigare per conto di Stato, Regioni, Province ed enti locali, è av- venutalamoltiplicazione delletasse.Ora
non si pagano più solo le imposte statali, le addizionali Irpef a Regioni e Province: ci sono anche i tributiche incassano i muni- cipi. I servizi sono rimasti gli stessi, anzi a dire il vero sono peggiorati, ma agli italiani costano molto di più. Risultato: da Monti in poi ogni contri- buente ogni anno è costretto a pagare una montagna di quattrini. Per la spazzatura ma anche per la proprietà di un alloggio. Di fatto è stataintrodotta la temuta patri- moniale, che mese dopo mese è lievitata sempre di più, in particolare sulle seconde case, come se chi avesse investito nel mat- tone per tutelare i propri risparmi fosse un pericolo pubblico da punire. La Tasi è peggio dell’Imu perché costringe i pro- prietari a pagare il doppio di quello che avevano pagato. L’impostasui servizi col- pisceanchechipossiede ilsoloalloggioin cui abitae di fatto sifa restituire ciòche il governo Letta aveva dato.Gli esperti han- no calcolato che in certi casi per un appar- tamento di 120 metri quadrati, cioè né
piccolo négrande, diciamonormale, siri- schia di versare ogni anno oltre 700 euro mase siha unaseconda abitazioneanche 2500 euro, in quanto il governo Renzi ha concesso ai sindaci spendaccioni la possi- bilità di applicare un’addizionale dell’11,4 per mille. In breve, si trattadi un salasso, proprio come avvenne nel novembre del 2011, quando Montiarrivò aPalazzo Chigi.Ma non è finita qui. Al pari dell’ex rettore, an- che il Rottamatore ha varato un rincaro sulle accise, con il risultato che alla fine co- stringerà gli italiani ad andare a piedi, per- ché la benzina erogata dalle nostre pompe sarà la più cara d’Europa. Del probabile balzello sui telefoniniabbiamo già scritto: nonè ancoraarrivato magià minacciadi fare danni, colpendo gli italiani nell’ulti – mosfizio rimasto:quello dichiacchierare al telefono. C’è poi dell’altro, perché le cat- tive notizienon vengono mai sole.Come i lettori sanno, per giustificare le mirabo- lanti promesse il premier batte e ribatte
sulle rendite finanziarie, sostenendo che chi guadagna con le azioni non è giusto che paghisolo il20 percento ditasse con- tro il 25-30 di chi lavora. Discorso che è propedeutico all’inasprimento della tas- sazionedeicapital gainborsistici.Inreal- tà,come ilnostroGiuliano Zulindimostra nelle pagine interne, le imposte sui guada- gni azionari non sono affatto al 20 per cen- to, perché tra bolli ealtri balzelli già si arri- va a quota 30, cioè ci si allinea sia con quel- lo che succede altrove sia con l’imposizio – ne fiscale sul lavoro. Se dunque Renzi des- se seguito al suo progetto di innalzamento del prelievo sulle rendite finanziarie, la tassazione potrebbe arrivare al 35 per cen- to, ovvero la più alta d’Europa. Chi verrà in tal caso a investire da noi? Che faranno i fondi stranieri che sipretende di attirare? C’èil rischiodi finirecomeMario Monti,il quale a forza di tassare è rimasto con un pugno di mosche in mano. E noi con lui.