Terremoto L’Aquila, manovra Irpef, Ilva: la rassegna stampa

Pubblicato il 23 Ottobre 2012 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA

Cambia la manovra Irpef. La Repubblica: “Fornero: giovani, non siate schizzinosi sul lavoro. Eviene contestata. Il premier apre al pressing dei partiti, verso nuove detrazioni per le famiglie. Legge bavaglio, la protesta dei giornalisti.”

Manovra Irpef tutta da rifare più detrazioni alle famiglie. L’articolo a firma di Roberto Petrini.

“Si va verso l’eliminazione dell’intero pacchetto Irpef dal disegno di legge di Stabilità che oggi debutta alla Commissione Bilancio della Camera. Il taglio delle due aliquote più basse (dal 23 al 22 fino a 15 mila euro e dal 27 al 26 tra 15 e 28 mila euro) è stato oggetto, in pochi giorni, di una sventagliata di critiche che hanno dimostrato come l’operazione, sommata all’aumento dell’Iva, penalizzi i redditi più bassi e non avvantaggi più di tanto i medi. Senza contare che il doppio effetto di tetto e franchigia su detrazioni e deduzioni sembrerebbe vanificare ogni beneficio del taglio di aliquote.”

L’Aquila, sei anni ai super esperti “Sottovalutarono il pericolo sisma”. L’articolo a firma di Giuseppe Caporale.

“Secondo la sentenza del giudice monocratico Marco Billi, fu colpa di Enzo Boschi (all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), di Franco Barberi (ex presidente vicario della commissione), di Bernardo De Bernardinis (all’epoca vice-capo dipartimento della Protezione Civile), di Giulio Selvaggi (ex direttore del centro nazionale terremoti), di Gian Michele Calvi (direttore della Fondazione Eucentre), di Claudio Eva (docente e consulente dell’Ingv) e di Mauro Dolce (tuttora direttore dell’Ufficio rischio sismico della Protezione Civile) se la notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 ventinove persone non uscirono dalle loro case, nonostante l’ennesima scossa premonitrice. Sono stati i parenti di queste 29 vittime a denunciare la commissione, a costituirsi parte civile e a raccontare in tribunale come l’esito della riunione avesse convinto i loro cari che un rischio terremoto non fosse affatto imminente. Le vittime si sentirono rassicurate soprattutto dalla comunicazione che di quel summit avvenne attraverso le tv e i giornali locali. Ma certo non potevano sapere che gli scienziati si erano riuniti per soli 45 minuti.”

Dai gas ai satelliti, le nuove armi dei sismologi “Ma prevedere le scosse è ancora impossibile”. L’articolo a firma di Elena Dusi.

“Il risultato è che oggi, a quasi 40 anni di distanza, non si riescono a carpire informazioni utili per una previsione precisa nemmeno dalla faglia di San Andrea, l’area sismica in assoluto più studiata al mondo. Il terremoto del Giappone del 2011 è avvenuto in una zona considerata a sismicità moderata. Anche la pista tanto promettente del radon (in occasione del grande terremoto di Kobe, nel 1995, la sua concentrazione nell’acqua minerale era decuplicata 9 giorni prima della scossa) ha dimostrato di funzionare in modo molto erratico. «I nostri studi ci permettono di dire dove avverranno i terremoti e con che magnitudo. Ma purtroppo non ci dicono quando. Potremmo dunque aspettarci scosse dove due zolle si muovono l’una rispetto all’altra.”

Presidente, ci dica. Il Fatto Quotidiano. L’editoriale a firma di Marco Travaglio.

“Chi dunque, fra quei politici, usò D’Ambrosio per scrivere cose “utili a fungere da scudo per indicibili accordi”? E chi sono gli “altri” a cui il consigliere confidò i suoi sospetti? E perché, quando fu sentito due volte come teste dai pm di Palermo nell’inchiesta sulla trattativa, non li mise al corrente e anzi negò di sapere qualcosa, visto che addirittura desiderava “tornare a indagare”? E Napolitano, quando D’Ambrosio gli espose le sue ipotesi e poi gliele scrisse nell’ultima lettera gli ha chiesto spiegazioni, dettagli, nomi e cognomi? Delle due l’una: se l’ha fatto (e sicuramente l’avrà fatto, visto che non perde occasione per dirsi interessato a conoscere tutta la verità sulla trattativa), il presidente dovrebbe precipitarsi in Procura a testimoniare; se invece non l’ha fatto (e noi non vogliamo neppure pensarlo), perché non l’ha fatto?”

Il governo lancia l’allarme corruzione ma la legge è di cartapesta. L’articolo a firma di Caterina Perniconi.

“Il regalo di compleanno non è stato dei migliori, però. Sul tavolo c’è un’analisi fatta dalla “Commissione per lo studio e l’elaborazione di proposte in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione nella Pubblica amministrazione”, istituita dal ministro Filippo Patroni Griffi, che stima un danno erariale da 60 miliardi l’anno. Il dato è ancora più impressionante messo a confronto con quello relativo a tutta l’economia europea: 120 miliardi. Il nostro Paese, insomma, eroderebbe metà della cifra da solo. Non è difficile quindi capire perché Transparency International ci piazza al 69° posto nel mondo per corruzione percepita, assieme al Ghana e alla Macedonia, in tendenza discendente. Un cancro che è stato curato solo con l’aspirina. La legge anticorruzione approvata al Senato e che ora dovrà ricevere un nuovo via libera dalla Camera, ha limiti e mancanze.”

Epidemia di tumori vicino all’Ilva. La Stampa: “È ufficiale: nei documenti del ministero della Salute +30% per gli uomini e +20% per le donne vicino alla fabbrica.” L’articolo a firma di Paolo Russo.

“I dati sono da brivido: i tumori colpiscono il 30% in più negli uomini e il 20% in più nelle donne che vivono nei dintorni dell’Ilva rispetto agli abitanti del resto della provincia. Dopo settimane di anticipazioni degli ambientalisti e smentite governative accompagnate da querele il Ministro della Salute Renato Balduzzi scopre le carte del “rapporto Sentieri 2003-2009”, che senza mezzi termini mette sotto accusa l’Ilva, colpevole di un aumento generalizzato della mortalità dell’11% (14% tra gli uomini, 8% tra le donne) e di colpire anche i bambini, che nei paraggi dell’impianto accusano una mortalità al primo anno superiore del 20% al resto della Puglia. «Lo stabilimento siderurgico, in particolare gli impianti altoforno, cockeria e agglomerazione – è scritto a chiare lettere nel dossier – è il maggior emettitore nell’area per oltre il 99% del totale ed è quindi il potenziale responsabile degli effetti sanitari correlati al benzopirene». Ossia a quell’idrocarburo che per gli esperti è un cancerogeno certo.”

Niente duello tv con Renzi Bersani: il clima è cambiato. L’articolo a firma di Carlo Bertini.

“Niente confronto a due in tv Bersani-Renzi, perché il segretario (ragione ufficiale) non vuole trasformare queste primarie di coalizione in primarie del Pd. Ma basta fare due più due e il motivo vero del niet può esser individuato nella percezione che ha Bersani di un trend a lui più favorevole; nella convinzione, condivisa con i suoi uomini mentre si dirige verso Brescia per l’ennesimo comizio, che negli ultimi giorni «il clima è cambiato» anche grazie «agli errori di Matteo». E poiché l’Italia non è l’America, chi si sente in vantaggio non ha particolari motivi di dare all’avversario pubbliche occasioni di rimonta. «Bersani vuole un confronto con tutti i candidati alle primarie di centrosinistra, primarie di coalizione e non del Pd», fa sapere via twitter la portavoce del suo comitato Alessandra Moretti.”

Juve, ti giochi l’Europa. Il Corriere dello Sport: “I bianconeri padroni d’Italia stasera a Copenaghen cercano la prima vittoria in Champions.” L’articolo a firma di Antonio Barillà.

“La vittoria di sabato sul Napoli ha ribadito la supremazia bianconera in Italia: 22 punti in 8 giornate, il primato in solitudine, l’attacco migliore (19 gol) e la difesa più solida (4 reti subìte). Cifre che prolungano la fiaba dell’ultimo campionato, vinto senza nemmeno una sconfitta: più in generale, nella gestione di Antonio Conte, l’unica macchia è la finale di Coppa Italia.  E’ il prezzo del ritorno dopo due stagioni senza Champions – l’esperienza oltreconfine è limitata – ma anche lo specchio delle differenze tra la serie A e altri campionati: è sufficiente rilevare il diverso approccio tattico, senza azzardare gerarchie comunque opinabili. In assoluto, fuori dall’Italia, c’è maggiore tendenza a sviluppare il gioco anziché distruggerlo, e la squadra di Kasper Hjulmand, non casualmente ribattezzata “piccolo Barcellona”, è un esempio: possesso, intraprendenza e volontà di fare la partita, fa nulla se il confronto tecnico è impari e i bianconeri sono idoli prima che avversari. «In Italia conosciamo bene le altre squadre – osserva Claudio Marchisio -, giocare all’estero è una sfida diversa. Dopo otto pareggi (somma, ai due di quest’anno, la striscia anonima dell’ultima Europa League, ndi), è ora di vincere: non possiamo sbagliare, questa partita è decisiva per il nostro futuro». Deciso, però rispettoso: «In Coppa non esistono partite facili, se il Nordsjaelland è arrivato alla fase a gironi è perché l’ha meritato: dovremo stare attenti perché affronteremo una squadra che gioca un buon calcio, con individualità interessanti quali John e l’esperto capitano Stokholm».”