Timoshenko, la figlia: “Yanukovich traditore. Pensiamo anche all’impeachment”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2013 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
Viktor Yanukovich

Viktor Yanukovich (LaPresse)

ROMA – Sembrava cosa fatta l’accordo di partnership economica tra Ucraina e Unione Europea, che avrebbe avvicinato significativamente Kiev all’adesione alla comunità di Bruxelles.

Invece, il governo, per decreto ha fermato il processo di adesione, che sarebbe stato sancito il 28 e il 29 novembre a Vilnius e, il Parlamento ucraino, durante quello che è stato definito il “giovedì nero”, ha bocciato la proposta, solo 200 i voti favorevoli, su 450, a fronte dei 226 necessari per l’approvazione, che avrebbe permesso la liberazione del leader dell’opposizione Yulia Timoshenko, posta come condizione necessaria da Bruxelles per intavolare le trattative.

Il voto di astensione del Partito delle Regioni del Presidente Yanukovich è risultato decisivo.

Non tutto il paese ha reagito favorevolmente: in migliaia sono scesi in piazza, soprattutto nell’Ucraina Occidentale, più vicina all’Europa quindi meno legata storicamente alla Russia, per protestare contro il mancato “ingresso” in Europa.

L’opposizione, capitanata da Arseniy Yatsenyuk, parla di alto tradimento del Presidente filo-russo Yanukovich e ne vorrebbe chiedere la destituzione, Yulia Tymoshenko, che aveva guidato la “rivoluzione arancione” del 2004 per poi essere condannata per il reato di abuso d’ufficio al carcere, dall’ospedale nel quale sconta la sua pena ha dichiarato che, la decisione del governo, equivale a un “colpo si Stato”.

Inoltre l’UE pretendeva la liberazione della Tymoshenko, in carcere dal 2011 per aver firmato un accordo di fornitura di gas con la Russia senza l’approvazione del governo secondo l’accusa, mentre dal governo non si accetta nessuna intromissione sull’argomento che “può essere risolto solo all’interno del quadro legislativo ucraino” ha detto Yanukovich.

Scrive Nicola Lombardozzi su Repubblica:

Occhi tristi, aria stanca, ma anche un piccolo, impercettibile sorriso di fiducia: «Ha visto quanta gente in piazza? Forse un miracolo è ancora possibile. Pure mamma ci spera. Lei è in carcere ma in questo momento è come se fosse la vera presidente dell’Ucraina». Evgenja Tymoshenko ha 33 anni ma si muove come una bambina capitata per caso nell’ufficio della madre (…)

Ma crede davvero che il presidente Yanukovich possa fare un’altra brusca marcia indietro e decidere di aderire all’Europa?

«Se ragionasse guardando al futuro potrebbe ancora farlo. Invece ha scelto la stagnazione per salvare i propri interessi. Ma non avere il coraggio di scegliere, quando sei alla guida di un paese, porta sempre a conseguenze disastrose per tutti».

Intanto la tv di Stato minimizza il senso della manifestazione. Il Potere non appare molto spaventato…

«Ma la gente in piazza era tantissima. E gridava contro Yanukovich e la sua banda. Chissà che in futuro non si possa arrivare all’impeachment per un uomo che ha tradito il suo paese».

Addirittura tradito?

«Aveva promesso l’integrazione con la Ue, aveva illuso tutti e poi non lo ha fatto. Non è un tradimento?»

Pare che le pressioni da parte di Putin siano state determinanti.

«Chiunque si lascia pressare poi finisce per assoggettarsi. La Russia ha reagito duramente mabisogna pensare agli interessi dell’Ucraina, non a quelli di Putin ».

Oggettivamente, l’Ucraina è un paese gemello della Russia, per cultura, tradizioni, commerci. È poi così naturale rompere con Mosca?

«Il nostro popolo resterà per sempre amico di quello russo. Anche nel corso delle trattative che durano anni con la Ue, è stato ribadito che ci saremmo sentiti una sorta di porta europeaverso la Russia. Ma dobbiamo pensare agli interessi nazionali. Che non riguardano solo l’economia ma altre cose perfino più importanti. Come i diritti umani. La Russia attuale non mi sembra proprio il modello giusto» (…)

Una legge che l’avrebbe autorizzata a essere trasferita all’estero anche nel suo stato di detenuta. Un compromesso per salvare la faccia e accontentare l’Europa?

«Era una legge necessaria. Da più di un anno mia madre non si regge in piedi da sola. L’ospedale di Kharkiev dove è ricoverata sotto sorveglianza non è in grado di curarla. Occorre un intervento che è praticabile solo in Germania. E purtroppo tutte le previsioni pessimistiche dei nostri medici di fiducia si stanno concretizzando di giorno in giorno. L’annuncio dell’annullamento dell’accordo con la Ue è stato per lei un colpo terribile. Aveva cominciato a sognare la libertà o comunque di essere finalmente curata. Ma resiste, è pronta a sacrificarsi fino alla fine» (…)