Torino, i pusher diventano sceriffi. Allarme in Comune: “Così è racket”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Luglio 2014 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA
Torino, i pusher diventano sceriffi. Allarme in Comune: "Così è racket"

Torino, i pusher diventano sceriffi. Allarme in Comune: “Così è racket”

ROMA – A Palermo o a Napoli forse non farebbe notizia. Ma a Torino, che i pusher abbiano cominciato ad offrire a negozi e farmacie protezione da piccoli malviventi e taccheggiatori, anche se non in cambio di soldi (per ora) ma dell’impegno a “non disturbarli chiamando la polizia”, ha scosso la città.

Ne ha dibattuto addirittura il consiglio comunale e qualcuno, il sociologo torinese esperto di mafie Rocco Sciarrone, ha cominciato a intravederci “quel terreno fertile in cui può nascere un futuro racket”. Soprattutto, è il senso della testimonianza shock fatta dal farmacista Mauro Guzzinati a Repubblica, se l’intervento degli spacciatori si rivela più efficace di quello di polizia e carabinieri.

Scrive Gabriele Guccione su Repubblica:

Il dottor Guzzinati, titolare di una farmacia al centro del quadrilatero della droga di San Salvario, quartiere cuore della movida torinese, si è sentito fare questo discorso: «Non chiamate la polizia, ci siamo qua noi a proteggervi ». È uno spacciatore che parla, un ragazzo del Maghreb. Al farmacista e alla moglie che lo stanno ad ascoltare, rivendica che a garantire la sicurezza della sua impresa ci pensano lui e i suoi compari. Inutile chiamare 112 o 113. Anche contro i tre ragazzini che a inizio giugno hanno passato in rassegna i negozi della zona per taccheggiarli, compresa la farmacia di Guzzinati, alla fine sono intervenuti loro. Loro, che controllano il territorio. E che non vogliono essere disturbati, né dalle guardie né dai ladri.

Il messaggio in bottiglia lanciato dal farmacista è il racconto dettagliato di dieci giorni di «ordinaria follia», come li ha definiti, alle prese con taccheggiatori, scippatori e ripetute chiamate e segnalazioni a vigili, carabinieri e polizia. «La mattina del 4 giugno dei ragazzini slavi sono entrati e hanno cominciato a riempirsi le giacche di prodotti. Li blocco — racconta il farmacista — ma non potendo perquisirli, non riesco a fargli mollare il bottino ». Di pomeriggio l’episodio viene segnalato a un vigile. E di nuovo il giorno dopo, quando passa un’altra pattuglia: «Alla canonica domanda se va tutto bene rispondo segnalando i tre ragazzini e loro mi dicono: “controlleremo” ». È qui che si fanno avanti i pusher, i nuovi “tutori dell’ordine”. «Quando il vigile si allontana, uno spacciatore che aveva sentito la discussione, mi chiama e si informa sull’accaduto — testimonia Guzzinati — Mi domanda se “hanno mancato di rispetto a mia moglie”, rispondo che non l’hanno fatto, ma la loro presenza è preoccupante. Lui mi rassicura: ci pensiamo noi a proteggervi ». E così avviene. All’indomani, quando lo spacciatore, torna «conferma che ha parlato con i ragazzini e che — riporta il farmacista — non avremo più problemi, manterranno loro l’ordine su quest’angolo». In effetti i taccheggiatori non si fanno più vedere. E quando, il venerdì dopo, ricompaiono non è nei negozi e nemmeno in farmacia. Ma hanno cambiato obbiettivo: «Uno di loro — racconta il Guzzinati — ruba la borsa ad una signora in via Saluzzo, che lo insegue, si imbatte in un poliziotto in borghese e, insieme, riescono a fermarlo e a identificare i complici». Ed è qui che il racconto del farmacista tira le somme tra la giustizia della legge e quella di chi è fuori dalla legge, tra una giustizia impotente e una delinquenza “efficace”: «I ladri vengono processati per direttissima e dopo tre giorni sono di nuovo in libertà». Annota amaro: «Ci mancava solo che gli offrissero il caffè».

In 14 anni Guzzinati dice di essere stato rapinato una volta sola, «l’unica — ammette — in cui non c’erano gli spacciatori». È amareggiato: «Sono un carabiniere in congedo e mi viene la pelle d’oca a sentirmi offrire protezione dagli spacciatori per garantire alla mia impresa un minimo di sicurezza». Sarà invitato dal Comune, l’assessore alla sicurezza Giuliana Tedesco lo ha promesso: «Staremo vicini al farmacista che ha denunciato il caso. Si sente abbandonato dalle istituzioni».