Tradimenti, software “anti-corna”: paghi 70 euro e sorvegli tua moglie

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Dicembre 2014 - 14:27 OLTRE 6 MESI FA
Tradimenti, paghi 70 euro e compri software per sorvegliare tua moglie

Tradimenti, paghi 70 euro e compri software per sorvegliare tua moglie

ROMA – Se sospettate che vostra/o moglie/marito vi stia tradendo, oggi sono sufficienti scarsi 70 euro per soddisfare le vostre brame di morbosità. Basta acquistare uno dei software di sorveglianza che si trovano in rete a prezzi stracciati. Una nova moda, “facile ed economica”, come recita uno degli annunci, che ha fatto drizzare i capelli alle associazioni in difesa delle donne vittime di violenza domestica.

Se fino a qualche anno fa assoldare un investigatore privato aveva ancora un costo proibitivo, nell’ordine di svariate centinaia di euro, utile quanto meno a tenere alla larga una buona fetta di aspiranti stalker, ora la follia è prêt-à-porter. Anzi, net-à-porter. Consentendo a chiunque di ascoltare le conversazioni telefoniche, leggere gli sms, conoscerne gli spostamenti, dei loro ignari partner.

Il dato più preoccupante viene dall’Inghiterra: qui il fenomeno ha assunto “proporzioni endemiche”. Carlo Antonio Biscotto, sul Fatto Quotidiano di domenica 28 dicembre, cita i numeri di un’indagine condotta da Women’s Aid:

“In Gran Bretagna il 41% delle vittime di violenze domestiche erano state spiate con dispositivi elettronici. La percentuale è stata confermata anche da Digital Trust, una organizzazione che aiuta le donne vittime di stalking online. Anche in questo caso oltre il 50% delle vittime era sottoposta a sorveglianza elettronica ad opera dei molestatori. Per mettere sotto sorveglianza il soggetto, è necessario piazzare la “cimice” o fare in modo che il dispositivo-spia venga agganciato al cellulare o al computer da controllare.

Nel caso di genitori separati i molestatori si servono spesso dei figli oppure regalano, magari a Natale, cellulari , computer e altri congegni elettronici con il dispositivo-spia già inserito. […]

“È un fenomeno in crescita esponenziale e purtroppo la polizia non ha nè i mezzi nè le competenze per capire le conseguenze di tali comportamenti”, afferma Polly Neate, responsabile di Women’s Aid. Il risultato è che di rado questi comportamenti vengono perseguiti penalmente.

Il software viene utilizzato anche per esercitare pressioni psicologiche e per incutere nel partner la terrorizzante sensazione di non avere segreti, di non avere più privacy e di non potersi sottrarre al controllo. Non di rado quando un rapporto è in crisi, il molestatore si serve del software per spedire dall’account della moglie decine e decine di email imbarazzanti ai suoi amici o al datore di lavoro con il rischio di causare alla vittima anche irreparabili danni nella vita sociale e professionale.

Ovviamente questa tecnologia viene impiegata anche dalle aziende per controllare i dipendenti sospettati di scarso impegno professionale e dai genitori per conoscere gli spostamenti dei figli che non amano dare troppe spiegazioni, ma l’utilizzo più diffuso ha a che vedere con l’adulterio, in particolare con quello femminile”.