Treu (Inps): Tfr in busta? Vediamo come va. Minipensioni? Meglio di niente…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Ottobre 2014 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
Treu (Inps): Tfr in busta? Vediamo come va. Minipensioni? Meglio di niente...

Tiziano Treu (LaPresse)

ROMA – Tiziano Treu, 75 anni, giuslavorista, esperto di previdenza, ex parlamentare pd, già ministro del Lavoro e ora commissario straordinario dell’Inps è stato intervistato per il Corriere della Sera da Enrico Marro.

Ha commentato molto tiepidamente l’idea di mettere in busta paga il Tfr (“è a termine fino al 2018, vediamo come va”) e nemmeno lo entusiasma l’idea di Enrico Giovannini, ex presidente dell’Inps e ex ministro del Lavoro di una
“minipensione a richiesta per i lavoratori cui manchino 3 anni ai requisiti di pensionamento e che poi verrebbe restituita in piccolissime rate sull’importo della pensione normale. Non costa molto e sarebbe utile, anche sul fronte dei potenziali esodati”.

Meglio di una purga… si direbbe.

Enrico Marro ha chiesto a Tiziano Treu la conferma del fatto che dovrebbe portare a compimento il progetto del SuperInps, cioè la confluenza di Inpdap e Enpals nell’Inps. A che punto siamo?

«Buona parte del lavoro è stata fatta. La cosa più difficile è integrare le diverse culture, essendo quella dell’Inps già più aziendalista e quella dell’Inpdap più di tipo statal-burocratica. Già ci sono stati risparmi e altri ce ne saranno quando avremo completato l’integrazione. E miglioreranno i servizi per l’utenza».

Tiziano Treu sarà lui a dare il via all’operazione «busta arancione», ovvero la possibilità per chi è iscritto all’Inps di simulare online quale sarà la sua pensione?

“Sì, assolutamente. Tra le prime cose di cui mi sono informato quando sono arrivato qui c’è proprio questa. So che anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è favorevole. Mi dicono che siamo pronti e quindi credo che partiremo entro la fine dell’anno. Per non fare errori cominceremo da coloro che sono più vicini alla pensione, anche se ancora non abbiamo deciso di quanto. Costoro potranno andare sul sito Inps e stimare l’importo della pensione. Poi gradualmente il sistema dovrà essere esteso agli altri lavoratori”.

L’operazione aiuterebbe anche i lavoratori a decidere se iscriversi o no a un fondo pensione. A questo proposito, molti sostengono che la legge di Stabilità, dando la possibilità di mettere il Tfr in busta paga, mini alle fondamenta i fondi. Lei che dice?

«Che ci sono dei pro e dei contro. In questa fase c’è la necessità di rimettere in circolo dei soldi, soprattutto per i redditi più bassi. E in questo senso il Tfr in busta paga aiuta. Ma è vero che può venirne un danno al finanziamento della previdenza integrativa. Il governo, però, ha concepito la misura come sperimentale, fino al 2018. Quindi vediamo come va e poi si deciderà. Sono un fautore dei fondi e ritengo che non vadano depauperati, però rendiamoci conto che con la crisi molti lavoratori hanno già ritirato gli anticipi o sospeso la contribuzione».

Sulle pensioni, nella Stabilità non c’è nulla. Bisogna fare qualcosa, secondo lei?

«Sì, introdurre qualche elemento di flessibilità sull’età pensionabile. In Parlamento ci sono diverse proposte, anche io ne avevo presentata una. Il governo le ha scartate perché costose. È stata invece istruita quella dell’ex ministro Enrico Giovannini dell’anticipo di una minipensione che potrebbe essere richiesta dai lavoratori cui manchino 3 anni al raggiungimento dei requisiti di pensionamento e che poi verrebbe restituita in piccolissime rate sull’importo della pensione normale. Lo stesso Poletti è favorevole e anche se questa proposta non è entrata nella legge di Stabilità credo che debba essere recuperata nei prossimi mesi. Non costa molto e sarebbe utile, anche sul fronte dei potenziali esodati».