Ue: nessun tetto per stipendi manager. Ma soci avranno ultima parola

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2014 - 09:46 OLTRE 6 MESI FA
Michel Barnier

Michel Barnier (LaPresse)

ROMA – Agli azionisti il “potere di controllo adeguato sulla dirigenza, con la possibilità di esprimere un voto vincolante sulle remunerazioni”: così la Ue detta nuove regole per migliorare la governance delle circa 10.000 società europee quotate in Borsa. “Le proposte di oggi incoraggeranno gli azionisti a impegnarsi di più nelle società in cui investono”, ha detto il commissario al mercato interno Michel Barnier.

Secondo la Commissione, scrive il Messaggero, bisogna intervenire sugli stipendi dei dirigenti perché c’è una discrepanza tra le loro remunerazioni e le performance delle aziende che dirigono: in Italia ad esempio, spiega Bruxelles, prima dell’introduzione nel 2011 di nuove regole, non vincolanti, che davano agli azionisti voce in capitolo, nel periodo tra il 2006 e il 2011 il valore delle azioni scendeva del 130% mentre lo stipendio medio dei dirigenti saliva del 29%. Barnier ha quindi deciso di agire visto che “gli ultimi anni hanno dimostrato che una visione miope concentrata sul breve termine danneggia l’economia e le imprese europee”. Invece “un buon governo societario può contribuire a invertire questa tendenza”.

Per la prima volta a livello europeo si introdurrebbe così il diritto di voto degli azionisti sulle retribuzioni. Oggi la scarsa correlazione tra le remunerazioni e i risultati di gestione “incoraggia una dannosa tendenza alla programmazione a breve termine”. Non verrebbero messi tetti alle retribuzioni, ma ogni società sarebbe tenuta a sottoporre al voto vincolante degli azionisti la propria politica retributiva, che dovrebbe peraltro fissare un tetto alla remunerazione degli amministratori. La politica delle retribuzioni dovrebbe inoltre illustrare le modalità di tutela degli interessi e della sostenibilità a lungo termine della società e spiegare come si sia tenuto conto delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro dei dipendenti nella determinazione della stessa politica.