Università di Pisa, concorso professore associato: colloqui scomparsi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Dicembre 2014 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA
Università di Pisa, concorso professore associato: colloqui scomparsi

Università di Pisa, concorso professore associato: colloqui scomparsi

PISA – Niente più colloquio per gli aspiranti professori associati dell’università di Pisa. Per ottenere uno dei 46 posti messi a disposizione dal bando saranno sufficienti curriculum, titoli e pubblicazioni. I ricercatori precari dell’Apri hanno denunciato questo metodo poco ortodosso, che non prevede colloqui e nemmeno seminari e lezioni, e che sceglie i futuri professori “senza neanche vederli in faccia“.

Flavia Amabile su La Stampa scrive:

“A Pisa sono riusciti ad organizzare un concorso privo di qualsiasi forma di colloquio/lezione/seminario. I futuri professori universitari vengono selezionati “senza neanche vederli in faccia”, come denuncia l’Apri, associazione dei precari della ricerca che ha dedicato al concorso un post sul suo blog – semplicemente sulla base dei titoli, del curriculum e delle pubblicazioni presentate”.

E aggiunge:

“Il bando affida a una commissione composta da professori ordinari – due interni e uno esterno – l’indicazione degli idonei. E poi un organo totalmente interno all’università, il Consiglio di Dipartimento, nomina il prescelto”.

I precari dell’Apri ritengono queste modalità di selezioni irregolari e denunciano:

“Va ricordato che in Italia già esiste una procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) che abilita al ruolo di Docente Universitario, e al grado di Associato o Ordinario. La Commissione pertanto non può affermare che qualcuno non è idoneo, visto che per presentare domanda al concorso bisogna avere l’abilitazione, oppure essere già professori in un altro Ateneo.

Tutti quindi ricevono dalla Commissione il giudizio di idoneità, accompagnato da 3-4 righe di giudizio. Dunque a che serve il lavoro della Commissione? Di fatto a nulla, visto che tutti i candidati risultano necessariamente idonei. Formalmente, serve a dare la parvenza di una selezione concorsuale di tipo comparativo, che in realtà non ha luogo. Un’autentica farsa!

Il Consiglio di Dipartimento avrà infine il compito di nominare un vincitore da questa lista degli idonei. Lista che, come abbiamo spiegato, corrisponde in tutto e per tutto all’elenco di coloro che hanno presentato domanda. Il Dipartimento quindi dovrebbe basare la propria scelta sui giudizi stilati collegialmente dalla Commissione per ciascun candidato. Nella realtà tali giudizi non risultano però vincolanti per la scelta del vincitore, del resto i candidati sono tutti idonei in quanto tutti abilitati… Mai fu vista procedura concorsuale più opaca!”.

L’Università di Pisa però si difende, sostenendo che il bando e la selezione siano regolari:

“Le commissioni nominate dal Rettore hanno esaminato le domande pervenute valutando l’idoneità dei candidati a svolgere l’attività di professore associato tenendo conto anche della specifica tipologia scientifica e didattica indicata dai dipartimenti.

L’idoneità non è automatica come scritto dall’APRI e non tutti i candidati sono stati giudicati tali dalle commissioni; questo non si evince ovviamente dai decreti di approvazione atti pubblicati nel sito di Ateneo in quanto contengono solo i nomi degli idonei, quindi non è vero che i nomi degli idonei coincidono con i nomi dei candidati. Del resto tra i candidati figurano non solo abilitati ma anche candidati impegnati all’estero in analoga posizione”.

Una replica che i ricercatori non hanno certo apprezzato, scrive la Amabile, che riporta la risposta piccata dell’Apri:

“Ci state quindi dicendo che ci sono dei “non idonei” tra i candidati ma che questa non idoneità non solo non è in alcun modo motivata dai verbali ma che addirittura i nomi dei non idonei non compaiono sul verbale? Se a Pisa ci sono candidati fantasma (i non idoneati) che non appaiono nei verbali è impossibile accorgersene (oltre che essere una procedura del tutto illegale a norma delle leggi Italiane).

Ma tornando ai giudizi di idoneità/non idoneità, che a quanto pare è l’unica incombenza delle commissioni di concorso a Pisa, ancora non riusciamo a capacitarci su come sia possibile che una commissione giudichi non idoneo chi ha già preso l’abilitazione scientifica nazionale oppure, come qui riportato, chi è già professore all’estero (o in Italia) nello stesso ruolo. Attenzione che una cosa è non vincere una selezione (non risultandone il più qualificato) ed una cosa è essere “non idoneo”.

Ma fateci capire… queste commissioni possono giudicare “non idoneo” chi già è professore all’estero (ma anche in Italia) nello stesso ruolo? E’ questo che rispondono da Pisa? Ci chiediamo se le commissioni o il dipartimento vorranno poi comunicare all’Università di provenienza del candidato che presso di loro opera un “non idoneo” a fare il suo mestiere! Qui ci sarebbe da ridere. Vorremmo vedere Pisa informare Zurigo o Bologna che un loro Professore Associato (che quindi lì ha vinto una selezione) è stato giudicato “non idoneo” ad essere professore associalo, cioè a svolgere il proprio mestiere. Ed a questa conclusione le commissioni pisane arrivano senza neppure aver mai esaminato o guardato in faccia il candidato.

Parimenti vorremmo vedere Pisa scrivere al Miur ed alle Commissioni per l’Abilitazione Scientifica Nazionale informando che il candidato tal dei tali, seppure ritenuto abile ad essere un Professore Associato, non è ritenuto idoneo da Pisa. Ma vogliono davvero prenderci per allocchi?”.