Urbano Cairo al Fatto Quotidiano: “Corriere, tagli ai costi per salvare la sede”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Novembre 2013 - 14:26 OLTRE 6 MESI FA
Urbano Cairo al Fatto Quotidiano: "Corriere, tagli ai costi per salvare la sede"

Urbano Cairo al Fatto Quotidiano: “Corriere, tagli ai costi per salvare la sede”

ROMA – Come salvare la sede storica del Corriere della Sera in via Solferino? Semplice, risponde Urbano Cairo: “Tagliando i costi”. Intervistato dal Fatto Quotidiano il patron di La7, azionista di Rcs ( 2, 8 per cento delle azioni Rcs con un investimento di 12 milioni di euro) indica al Corriere la via per salvare la sede dalla vendita o svendita:

Ha detto che quella di Via Solferino, oggi, sarebbe una svendita. Prima di cedere un asset bisogna considerare la situazione economica generale. E questo non è un buon momento. Se si potesse evitare di vendere perlomeno l’immobile storico, che è l’icona del Corriere, sarebbe una cosa buona. Perché l’ultima cosa che una famiglia vende è la casa.

Cosa propone?

Il metodo che ho sempre applicato, prima alla Giorgio Mondadori, poi alla Cairo editore e adesso a La 7. Bisogna intervenire sui costi improduttivi. Per esempio Non voglio entrare nel dettaglio perché non conosco la situazione di Rcs così bene. Sono un azionista, non un manager, e non ne vivo la quotidianità. Ma posso dire questo: Rcs ha una base di costi di almeno 1 miliardo e 400 milioni. Escludendo il costo del lavoro – che, con 5 mila dipendenti, suppongo si aggiri intorno ai 360 milioni di euro – rimane oltre un miliardo su cui si può intervenire senza licenziare nessuno.

E senza abbassare gli stipendi?

Certo che no. Non si deve licenziare, mettere in cassa-integrazione, né ridurre gli stipendi. Alla Cairo editore, in 5 anni, abbiamo tagliato i costi del 30 per cento: non voglio dire che si può fare lo stesso, ma basterebbe ridurre i costi del 10 per cento per mettere la Rizzoli sulla buona strada. Con 110 milioni di sprechi in meno, Rcs sarebbe già in positivo.

Ma chi decide la strategia da seguire?

Ci sono un presidente e amministratore delegato che ha delle deleghe. Dopodiché c’è il Consiglio che può intervenire.

E che secondo lei potrebbe anche sostituire il direttore, Ferruccio de Bortoli?

Non ho alcun titolo per discuterne. E poi non credo, mi pare stia facendo un buon lavoro. Fatto sta che la dirigenza è incerta, e l’azienda lotta per sopravvivere.

Chi gliel’ha fatto fare a investire?

Sottoscrivere un aumento di capitale mi è sembrata una buona mossa. Me la sono sentita. Ma non volevo investire tramite un’azienda quotata in Borsa. Se avessi comprato con la cassa di Cairo Communication le azioni Rcs qualcuno avrebbe potuto storcere il naso. Ma l’ho fatto a livello personale perché ho creduto e credo che ci sia un potenziale.

Per guadagnare o per assumere un ruolo più centrale nelle dinamiche del Paese?

Non aspiro a nessun ruolo particolare. Sono un outsider e sono entrato come azionista perché penso che il valore delle mie quote possa salire. Ma non voglio entrare in alcun patto né consiglio di amministrazione. Se qualcuno mi chiede un consiglio lo do. E se non me lo chiedono, lo do lo stesso.