“Vacanze, dimmi dove vai e ti dirò se sei truzzo, di sinistra o snob”, Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Luglio 2014 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA
"Vacanze, dimmi dove vai e ti dirò se sei truzzo, di sinistra o snob", Giornale

Il quadrato semiotico sulle vacanze

ROMA – L’isola d’Elba, un po’ come Favignana è meta di vacanzieri di sinistra e radical chic, molti dei quali lo scorso anno sono stati a Bali e il prossimo andranno probabilmente in Islanda, con la Lonely Planet infarcita di post-it.

A Saint Tropez e Montecarlo, invece, la clientela estiva è prevalentemente di destra, con tendenza allo snob. Come Forte dei Marmi e Santa Margherita. Anche se quest’ultima località, a differenza di Rapallo e Portofino, sta pericolosamente scavallando la linea di demarcazione con quella vasta area sociale che cade nella categoria dialettica dei truzzi. I quali, peraltro, frequentano in massa Milano Marittima, Ibiza, Mykonos e Sharm el-Sheikh anche in estate.

Scrive Luigi Mascheroni sul Giornale:

La Rete, da giorni, si diverte a incrociare luoghi di vacanze e classi socio-intellettuali in un «quadrato semiotico dell’estate» di grande successo mediatico che mappa le diverse tendenze vacanziere, classificate per stile di vita e orientamento ideologico. Cui non è aliena, presumibilmente, la disponibilità economica.

E così, incrociando l’asse sintagmatico della tendenza politica (sinistra versus destra) con l’asse paradigmatico della inclinazione culturale (elitario versus popolare), la tabella balneo-antropologica, inventata dal blog di viaggi Finding Neverland, cataloga spiagge e località di villeggiatura, italiane e straniere, in base a quattro fenotipi etnografici: «snob», «radical chic», «frikkettone», «truzzo».

Dimmi che vacanza fai e ti dirò chi sei. Ma anche il contrario: se so chi sei, capisco subito dove hai prenotato quest’estate. È il pareo che traccia il solco tra madame e veline.

Fra la linguistica di De Saussure e le tribù metropolitane, il «quadrato semiotico dell’estate» è un perfetto manuale di geo-sociologia applicata alle rotte turistiche: da Formentera (isola in istituto di condominio fra «frikketoni» e «truzzi», il che significa trovare in spiaggia sia il popolo dell’InterRail con gli zaini sia gli ex Gf coi racchettoni) alla Thailandia, che rimane una meta molto radical.

Semioticamente, il «significante» della mappa coincide con la verità di fondo dei luoghi comuni, per cui andare a Mykonos negli anni Ottanta era elegantissimo, andarci oggi è da «truzzi»; mentre il «significato» è nella illuminante sovrapposizione fra scelte di moda e modi di vita. Le vacanze di sinistra si identificano con la Grecia in bicicletta, la Sardegna (ma a fare il mercatino), la Corsica in tenda, Vietnam e Cambogia (fra nostalgie di Pol Pot e pellegrinaggi della memoria sul sentiero di Ho Chi Minh), l’India, che ieri attirava gli hippy e oggi i vendoliani, e il Sudamerica, meta rossa par excellence, dagli Inti-Illimani a Chavez.

Colpo di scena: equivocamente vicino all’intersezione tra lo stile «frikkettone» e la sinistra «radical chic» c’è anche il Salento, dove ho già prenotato in una masseria a Torre Lapillo… Mi consolo pensando che Porto Cervo è esattamente sull’asse «truzzo»-«snob», ma in fondo a destra. Categoria politica quest’ultima che, del resto, predilige Rimini nella inclinazione «collettiva» e Capri in quella «elitaria», oltre Montecarlo, Ibiza e Miami. E se l’«elitario», tendenzialmente, solca ascisse e ordinate con una traversata in solitaria, puntando su Saint Tropez e approdando a Pantelleria, il «collettivo» gli unici dubbi ce li ha fra Rimini, Milano Marittima, Sharm e Mykonos. E se prenoti nel carnaio di Rimini, allora sei «collettivo», «di destra» e pure «truzzo» (…)