Abbronzatura: cose da fare e da non fare secondo la dermatologa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Luglio 2015 - 07:12 OLTRE 6 MESI FA
Abbronzatura: cose da fare e da non fare secondo la dermatologa

Abbronzatura: cose da fare e da non fare secondo la dermatologa (LaPresse)

ROMA – Abbronzatura: ecco le cose da fare e da non fare per prendere la “tintarella” in sicurezza, secondo la dermatologa Norma Cameli, responsabile di dermatologia estetica dell’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma. Perché nei “consigli della nonna”, quelle buone pratiche tramandate per via orale, c’è del vero e c’è anche molto del falso.

Non è vero che una protezione solare alta, ad esempio 50, da utilizzare soprattutto nelle prime esposizioni al sole non fa abbronzare. Ci fa anzi prendere colore con gradualità e in maniera più duratura, al contempo difendendoci e aiutandoci a non danneggiare la pelle. Non è indicata solo per i bambini, ma anche per gli adulti, anche se occorre sempre ricordare che i piccoli vanno protetti di più e più attentamente, perché da uno studio emerge che il 75% dell’irraggiamento al quale ci si sottopone durante la vita è assorbito durante l’infanzia e le ustioni solari da bimbi aumentano il rischio di melanoma.

È un falso mito anche quello delle creme solari che durano un’intera giornata. Bisogna riapplicarle ogni due ore, dopo il bagno al mare ma anche dopo aver sudato. Non solo: è importante ricordare che i prodotti solari hanno una data di scadenza e l’integrità dipende anche da come sono conservati, perché spesso tendiamo a lasciarli direttamente al sole oppure in borsa, o ancora in macchina dove col caldo possono alterarsi. Occorre quindi accertarsi, prima di applicarli, che la consistenza sia omogenea e l’odore non sia rancido.

L’esperta spiega che è un altro falso mito quello secondo cui la protezione solare non va applicata col tempo nuvoloso: ”È vero che le nuvole fanno un filtro ma alle grandi altezze questo effetto filtrante è solo del 20%”, spiega infatti Cameli, che evidenzia come occorra proteggersi anche se si sta all’ombra.

Mentre è vero che il sole fa venire le rughe: l’80% del fotoinvecchiamento della pelle è dovuto ai danni del sole e le zone più esposte sono viso e décolleté, che tendiamo a esporre più spesso anche quando non siamo al mare ma in città (e non solo in estate), così come è vero che per favorire l’abbronzatura le carote sono un classico ma un aiuto può arrivare ad esempio dal te verde, o da integratori come il polypodium leucotomos, che ha anche un’azione riparatrice sul Dna cellulare.

L’esperta ricorda poi come è vero che il sole va preso gradualmente, l’ideale sarebbero 3-4 ore al giorno meglio se non quelle centrali, e che può esporsi con le dovute precauzioni anche chi ha dei nei, specificando che in generale “il rischio di melanoma aumenta col sole concentrato in poco tempo, ad esempio nel weekend” oltre che con le ustioni solari, in particolare da bambini.

Un altro falso mito è quello che gli intrugli casalinghi siano più sani ed ecologici dei solari, ma è sbagliato”, aggiunge Cameli. Secondo la dermatologa, occorre anche accertarsi che nei solari siano contenuti filtri chimici (come cinnamati e sali cilati) per essere protetti da Uva, Uvb e infrarossi, mentre è vero che, per quanto riguarda i capelli, “il troppo sole in estate può favorirne la caduta in autunno”.