Aids, arriva la pillola per prevenirlo. Ma Italia è in ritardo: costa troppo e…

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Febbraio 2017 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si chiama PrEP, profilassi pre-esposizione, ed è la nuova pillola per prevenire il contagio da Hiv. Funziona per le persone ad alto rischio di infezione, come omosessuali, transgender, sex worker e chi fa uso di droghe endovena. Ma il suo utilizzo fa discutere gli esperti di tutto il mondo per diverse ragioni di carattere politico-sanitario. Innanzitutto perché non è alternativa al preservativo che resta la forma di prevenzione più sicura in assoluto: la pillola preventiva protegge in oltre il 90 percento dei casi dall’Aids ma non dalle altre malattie se$sualmente trasmissibili. La sua efficacia si abbassa poi al 70% nei tossicodipendenti. E oltretutto è una terapia particolarmente costosa, sebbene il suo prezzo giustificherebbe di gran lunga i benefici.

La profilassi prevede la somministrazione di due antivirali, il tenofovir e l’emtricitabina, una compressa al giorno. Massimo Galli, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, spiega al Corriere della Sera: “Non c’è dubbio che da un punto di vista scientifico sia uno strumento di prevenzione utile ed efficace nelle persone a rischio. Il problema, però, diventa politico-sanitario quando si passa alla sua utilizzazione nella pratica”.

Negli Usa la PrEP è rimborsata dalle assicurazioni, mentre in Europa è stata appena autorizzata dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Teoricamente è disponibile in tutta Europa, ma in alcuni paesi è difficilmente rimborsabile: in Francia è offerta a carico del sistema sanitario nazionale, in Italia la sua introduzione procede molto a rilento. Le principali perplessità riguardano appunto l’errata percezione che la pillola pre-Hiv possa garantire il ses$o sicuro senza ulteriori protezioni. Oggi sono in costante aumento molte altre malattie ses$ualmente trasmissibili come gonorrea, virus herpes, papillomavirus e condilomi, candida, clamidia, ecc. Tutte infezioni assolutamente prevenibili al costo decisamente più economico di un preservativo.

“Da un punto di vista della sanità pubblica – spiega Stefano Vella dell’Iss – però, il costo giustificherebbe i benefici. Molti programmi di prevenzione sono falliti proprio nelle popolazioni più a rischio e queste persone, una volta infette, comportano poi costi elevati di cure e di esami per il sistema sanitario”.

Diffusione della malattia, ricerca scientifica, prevenzione e potenziali vaccini sono gli argomenti sui quali gli scienziati di tutto il mondo si stanno confrontando proprio in questi giorni a Seattle, dove è in corso la Croi, la conferenza sui retrovirus che riunisce i maggiori esperti mondiali di Aids. Un occasione per fare il punto della situazione sul temibile virus che, da quando fu scoperto nel lontano 1981, ha causato la morte di più di 25 milioni di persone.

Intanto c’è chi usa questo farmaco “on demand”, cioè al bisogno, come una sorta di pillola del “sabato sera”, quando le occasioni di incontri si moltiplicano , e ne potrebbe fare un ingrediente dei party chem sex, un mix di droga e sesso, comunque dannoso per la salute, ma al riparo almeno dal terribile virus dell’Hiv.