Allergie alimentari per 3 mln di italiani. Pesche e albicocche le più pericolose

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Settembre 2013 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA

Allergie alimentari per 3 mln di italiani. Pesche e albicocche le più pericoloseROMA  – Tre milioni di italiani sono allergici a qualche alimento. Tra loro più di mezzo milione sono bimbi e ragazzi di meno di 18 anni. Del resto in tutta Europa gli allergici sono 17 milioni, compresi 3,5 milioni di bambini. Inevitabilmente la questione è arrivata a negozi e ristoranti, e si studia come insegnare i gestori dei locali ad affrontare eventuali crisi allergiche gravi, cioè come usare l’adrenalina in questi casi, visto che negli ultimi dieci anni i ricoveri in ospedale per serie reazioni allergiche alimentari sono aumentate di sette volte.

Gli allergici a frutta fresca o a guscio e a verdura, sono in Europa 8 milioni e mezzo. In Italia e Spagna sono le pesche e le albicocche i frutti meno tollerati, in Francia e Germania il frutto più spesso ‘proibito’ è la mela, in Gran Bretagna la frutta a guscio e le prugne, in Svizzera e Olanda sedano e finocchi.

In Europa continentale l’allergia più diffusa nella popolazione adulta è quella a frutta fresca e verdura (25-30%), seguita dalla frutta a guscio, soprattutto noci, nocciole e arachidi che invece prevalgono nei Paesi anglosassoni. Segue l’allergia ai crostacei e al pesce, in particolare il merluzzo, che prevale nei Paesi Scandinavi e del Nord Europa. In tutta Europa la fascia d’età più colpita da allergie alimentari è quella tra 0 e 5 anni con ben 1 milione e duecentomila bimbi allergici, 1 milione sono gli allergici tra 5 e 10 anni e altri 800mila quelli tra 10 e 18 anni e fra i bambini i cibi più allergizzanti sono latte, uova, noci, nocciole e arachidi. 

I dati arrivano dalla European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI). Il tema è stato messo in cima dell’agenda di lavoro degli esperti dell‘Unione Europea che hanno indicato la necessità di terapie e prodotti speciali, nuove regole per l’etichettatura dei cibi e per la lavorazione degli alimenti potenzialmente allergenici in aree e linee di produzione fisicamente isolate nelle aziende agli interventi educativi necessari per la gestione delle allergie alimentari.