Artrite reumatoide, scoperto nuovo “pulsante” che la spegne

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2017 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA
Artrite reumatoide, scoperto nuovo "pulsante" che la spegne

Artrite reumatoide, scoperto nuovo “pulsante” che la spegne

ROMA – Scoperto un nuovo “pulsante” chiave dell’artrite reumatoide: se disattivato rende resistenti alla malattia. Una ricerca pubblicata su “Nature Communications”, apre nuove prospettive di cura per la malattia. La ricerca è stata svolta presso l’Università Cattolica in collaborazione con l’Università di Glasgow ed è frutto del lavoro di Stefano Alivernini e Barbara Tolusso coordinati da Gianfranco Ferraccioli e da Elisa Gremese dell’Unità Operativa di Reumatologia della Fondazione Policlinico Gemelli.

L’interruttore molecolare isolato si chiama “miR34a”: è una piccola molecola che accende le cellule più pericolose in questa patologia, le cellule dendritiche. “MiR34a” è il regolatore delle cellule dendritiche, responsabili della risposta autoimmune nella malattia che interessa primariamente le articolazioni e coinvolge tutti gli organi e apparati causando la riduzione dell’aspettativa di vita.

I ricercatori hanno studiato le cellule dendritiche di alcuni pazienti, isolandole dal sangue, dal liquido sinoviale delle articolazioni e dal tessuto sinoviale che le riveste; tali cellule producono molte molecole pro-infiammatorie come TNF, IL-17, IL-23 e IL-1beta. La ricerca ha dimostrato che tali cellule sono ricche di microRNA-34a, soprattutto nel tessuto sinoviale di pazienti con la malattia in fase iniziale, prima dell’inizio di ogni terapia. Gli esperti hanno anche scoperto che miR-34a è in grado di sopprimere AXL, una molecola che regola le cellule dendritiche e che, guarda caso, è carente nei pazienti.

Infine gli scienziati hanno verificato sugli animali che, mettendo ko il miR-34a, i soggetti acquisiscono una quasi completa resistenza alla malattia.  “Pertanto – conclude Ferraccioli – il controllo dell’asse miR-34a/AXL nelle cellule dendritiche di pazienti, attraverso degli inibitori selettivi (molecole già in fase clinica di sperimentazione con altra indicazione), rappresenterà una strategia terapeutica in grado di ristabilire l’equilibrio immunologico e promuovere la risoluzione dell’artrite”.