GINEVRA – Super batteri che resistono agli antibiotici. Secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) è questa “una grave minaccia per la sanità pubblica” nel mondo.
L’Oms ha pubblicato a Ginevra il primo rapporto sulla resistenza antimicrobica su scala mondiale. “Un’era post-antibiotici – nella quale infezioni comuni e lievi ferite possono nuovamente uccidere – lungi dall’essere una fantasia apocalittica, è una possibilità molto reale per il XXI secolo”, ha ammonito Keiji Fukuda, vice Direttore Generale dell’Oms per la sicurezza sanitaria, esortando tutte parti interessate ad un’azione “urgente e coordinata” per combattere la resistenza agli antibiotici.
Intitolato “Antimicrobial resistance: global report on surveillance” è stato redatto grazie ai dati provenienti da 114 paesi. Il documento si concentra sulla resistenza agli antibiotici per sette diversi batteri responsabili di malattie gravi comuni, quali le infezioni ematologiche, le diarree, le polmoniti, le infezioni delle vie urinarie e la gonorrea.
I risultati sono “molto preoccupanti” e documentano la resistenza agli antibiotici, ed in particolare agli antibiotici di “ultima istanza”, afferma l’Oms. La resistenza al trattamento di ultimo ricorso contro le infezioni potenzialmente mortali causate dalla Klebsiella pneumoniae – carbapenemi – si è ad esempio propagata a tutte le regioni del pianeta.
Ed anche la resistenza ad uno dei farmaci antibatterici tra i più usati per il trattamento delle vie urinarie dovuti all’E. Coli -fluorochinoloni – è diffusa in modo molto ampio.
Per Keiji Fukuda, gli antibiotici costituiscono uno “dei pilastri che ci consentono di vivere più a lungo, in migliore salute, e di beneficiare dalla medicina moderna. In assenza di azioni significative per meglio prevenire le infezioni, ma anche per cambiare il modo in cui produciamo, prescriviamo e utilizziamo gli antibiotici, il mondo perderà poco a poco questi strumenti di salute pubblica mondiale e le conseguenze saranno devastanti”.
Nella regione Europa, il rapporto rivela elevati livelli di resistenza alle cefalosporine di terza generazione per la Klebsiella pneumonia. Inoltre in alcuni luoghi, il 60% delle infezioni da Staphylococcus aureus è meticillino-resistente. Sebbene la maggior parte dei paesi dell’Ue hanno sistemi di monitoraggio, in altri i paesi della regione c’è urgente bisogno di rafforzare o stabilire tali sistemi, scrive l’Oms.
Il rapporto segna il lancio di nuovi sforzi globali dell’Oms nella lotta alla farmaco resistenza. Tali sforzi riguardano tutti: dal cittadino comune – chiamato a far uso di antibiotici solo se prescritti e fino alla fine della terapia – agli operatori sanitari e ai farmacisti che possono contribuire tramite la prevenzione e il controllo delle infezioni ed una prescrizione di antibiotici corretta e solo necessaria, afferma l’Oms.
Anche i politici e l’industria hanno un ruolo nel promuovere innovazione, ricerca e sviluppo di nuovi strumenti, la cooperazione e la condivisione delle informazioni. Il rapporto include anche informazioni sulla resistenza ai farmaci per il trattamento di altre infezioni come l’hiv, la malaria, la tubercolosi e l’influenza.