Bimbo cade nello stagno e rischia di annegare: salvato grazie all’Ecmo al Meyer di Firenze

di admin
Pubblicato il 23 Luglio 2019 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA
Bimbo salvato con Ecmo all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze

Ospedale pediatrico Meyer a Firenze (Foto archivio ANSA)

FIRENZE – Un bimbo di due anni ha rischiato di morire annegato in uno stagno, ma è stato salvato dai medici dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze grazie all’Ecmo. Il piccolo è arrivato in coma in ospedale, ma la procedura di respirazione extracorporea utilizzata dai medici hanno permesso ai suoi polmoni di stare a riposo e recuperare così la funzionalità.

A dare notizia del salvataggio sono i medici dell’ospedale pediatrico, in cui il bimbo era arrivato dall’Umbria in elisoccorso dopo l’incidente. Secondo quanto riferisce Manuela L’Erario, responsabile di anestesia e rianimazione del Meyer, il bambino sta bene, ha pienamente superato la fase acuta, gli accertamenti diagnostici mostrano un quadro rassicurante e sta ricominciando anche ad alimentarsi naturalmente. Il piccolo inoltre ha ricominciato a giocare, e questo, anche per i medici, è una “cartina tornasole” molto importante.

Quando il piccolo è arrivato all’ospedale, da subito le sue condizioni sono apparse disperate. I medici hanno così deciso di utilizzare la Ecmo, una procedura che affida la “pulizia” del sangue del paziente al macchinario come una sorta di polmone esterno artificiale. Il sangue del bimbo è stato così passato nel macchinario, ossigenato e reimmesso nell’organismo, mentre i suoi polmoni potevano recuperare la loro funzionalità nel periodo di riposo.

Dopo tre settimane di trattamento, il bimbo è stato staccato dalle macchine e trasferito dalla rianimazione al reparto di subintensiva, dove ha appena festeggiato il suo secondo compleanno con i genitori, il fratellino ed il personale medico e infermieristico della rianimazione. A breve il trasferimento in reparto, propedeutico al ritorno a casa e alla sua vita di sempre.

In una dichiarazione, L’Erario ha spiegato: “Quando il bimbo si è lentamente ripreso dal coma farmacologico per tutti noi è stato un momento di grande gioia. Abbiamo condiviso con i genitori momenti drammatici ma, insieme a loro, non abbiamo mai perso la speranza. Sentire la mamma dire ‘è tornato il mio bambino di prima’ ci rasserena ulteriormente”. (Fonte ANSA)