Cancrena, come curarla con i vermi: terapia alternativa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Maggio 2016 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA
Cancrena, come curarla con i vermi: terapia alternativa

Cancrena, come curarla con i vermi: terapia alternativa

LONDRA – Guarire dalla cancrena con i vermi è possibile? Un ex veterano di guerra inglese assicura di sì. Grazie a quella che oggi è conosciuta come “terapia larvale“, riuscì a non farsi amputare il suo braccio quando era al fronte.

Fergus Anckorn, 97 anni, non è solo un ex soldato, ma anche un mago. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu spedito a Singapore, dove insieme al suo reggimento si trovò ad affrontare il nemico giapponese. Vittima insieme ai suoi compagni di un attentato via terra, che causò l’esplosione del camion su cui viaggiavano, fu ricoverato in un ospedale di Bukit Merah.

Il suo corpo era pieno di schegge e non gli fu amputato il braccio, colpito da cancrena, solo perché era un mago e ciò avrebbe significato la fine del suo lavoro di prestigiatore. Ma anche l’ospedale non si dimostrò un luogo sicuro, perché i giapponesi, una volta conquistata la zona, attaccarono la struttura sparando all’impazzata contro tutti. Anckorn riuscì miracolosamente a salvarsi, anzi, quando i nemici lo fecero prigioniero, decisero di curargli con un metodo tanto brutale, quanto efficiente, la sua cancrena. Spiega il DailyMail:

“Quando altri giapponesi scoprirono che era vivo, Anckorn venne fatto prigioniero e il suo braccio venne operato in modo barbaramente rudimentale. Affetto da cancrena, la sua ferita fu “disinfettata” con vermi, che rimpiazzarono la carne marcia e successivamente furono rimossi sotto la pelle senza anestesia. Il trattamento ha funzionato e la mano di Anckorn è stata salvata”.

La terapia larvale, chiamata anche asticoterapia o biochirurgia, è una terapia medica che utilizza le larve (generalmente di mosca) per la cura di alcune patologie. Vengono applicate sui tessuti lesi non in grado di rimarginarsi. Le larve rimuovono il tessuto necrotico della ferita, cibandosene, favorendo la rimozione del tessuto lacerato, agevolando la guarigione. E’ necessario però che crescano in laboratorio con uova sterilizzate. Come si legge su News-Medical, la “terapia di Maggot” (questo il suo nome), è anche conosciuta come “terapia biologica”. Ne parla anche il sito dell’AIUC (ASSOCIAZIONE ITALIANA ULCERE CUTANEE ONLUS):

“La terapia larvale ha diversi nomi: biochirurgia, larval therapy, maggot therapy. Nata ai primi del Novecento viene oggi sempre più riproposta per rimuovere le aree necrotiche delle lesioni da pressione e delle ulcere venose (…) Trovarsi inaspettatamente le larve di mosca in una ferita è un problema serio, dato che queste provengono da una mosca adulta che si è appoggiata su altre superfici e la nostra ferita potrebbe avere una contaminazione batterica elevata. Ai primi del 1900 si erano accorti che le larve di mosca avevano effetti positivi grazie alla rimozione di materiale necrotico, la tecnica si è diffusa fino alla comparsa e diffusione degli antibiotici. (…) La terapia larvale concettualmente è semplice, si utilizzano larve sterili appena nate e si mettono su una ferita con materiale necrotico, quindi le larve crescono nella cavità nutrendosi e rimuovendo materiale potenzialmente settico”.