Cibo: i 6 che provocano intossicazione alimentare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2016 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’avvocato Bill Marler si occupa da anni di cibo e in particolare di casi legati alle intossicazioni alimentari. Su Food Poison Journal ha elencato sei tipi di alimenti che lui non mangia, perché sono rischiosi per il nostro organismo. Anzi, per la precisione ha detto che “non li mangerebbe nemmeno sotto tortura”. Eppure, la cosa che colpisce è che si tratta di cibi molto comuni e non particolarmente trattati. E molte persone li ritengono innocui e ne abusano.

Ecco l’elenco di Marler:

  1. Cibi pre-tagliati e pre-lavati: saranno anche comodi, ma quanto a sicurezza scarseggiano. Secondo Marler il cibo confezionato già lavato o affettato ha molte più probabilità di essere contaminato quanto più viene elaborato. In particolare per evitare il rischio di listeriosi Marler compra solo prodotti da consumare entro tre giorni.
  2. Germogli crudi: ravanelli, germogli di soia o erbette non finiscono sul piatto dell’avvocato se non sono cotti. I germogli, infatti, sono particolarmente pericolosi perché i loro semi possono essere facilmente contaminati dai batteri.
  3. Carne rossa cruda o poco cotta: secondo l’avvocato americano può provocare avvelenamento da salmonella e altre malattie batteriche.
  4. Frutti di mare: delle cozze si parla molto, ma anche vongole e ostriche funzionano allo stesso modo: raccolgono quello che si trova nell’acqua di mare. Quindi se l’acqua è limpida e cristallina bene, altrimenti anche tutto ciò che la contamina finisce nei frutti di mare, e quindi nei nostri piatti e nelle nostre pance.
  5. Uova crude o poco cotte. “Sebbene il rischio di contaminazione da salmonella è molto minore di quanto non lo fosse vent’anni fa – dice Marler – preferisco sempre mangiare le mie ben cotte”.
  6. Succhi di frutta a crudo. Possono sembrare sani, ma Marler assicura che uno dei suoi primi casi è stato proprio causato da un succo di mela a crudo diventato un ricettacolo per il batterio dell’Escherichia Coli.