Coronavirus 23 maggio, Italia sognava contagio zero a luglio. Ora teme quota mille

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 20 Agosto 2020 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus 23 maggio, Italia sognava contagio zero a luglio e agosto. Ora teme quota mille

Coronavirus 23 maggio, Italia sognava contagio zero a luglio. Ora teme quota mille (Foto d’archivio Ansa)

Coronavirus 23 maggio, ieri 19 agosto più o meno lo stesso numero di nuovi contagi registrato il 23 di maggio: circa 650.

Ma che giorno era quel 23 maggio nell’evoluzione soprattutto nella percezione della pandemia? La pubblica opinione, la gente e l’informazione tutta sembrano proprio non aver nessuna memoria, neanche a breve. Come se coronavirus inibisse, oltre che olfatto e gusto, anche il ricordare consapevole.

CORONAVIRUS 23 MAGGIO, ITALIA IN MARCIA IMMAGINARIA VERSO QUOTA ZERO

Maggio e giugno, fine maggio e inizio giugno: l’Italia era in marcia immaginaria vero contagio zero. Apposite tabelle da tutti pubblicate e compulsate indicavano la data Regione per Regione. Entro luglio ogni parte d’Italia avrebbe conosciuto contagio zero. Poteva variare il giorno, non la settimana.

Italia usciva dal lockdown a metà maggio perché soprattutto non ne poteva più. Ma non mancavano epidemiologi che avrebbero aspettato ancora, ancora fino a contagio zero, mancava poco all’obiettivo, perché non avvicinarsi ancora? Forse avevano la ragione sanitaria dalla loro, forse no. Fatto sta che contagio zero è stato il miraggio di fine primavera inizio estate.

EPIDEMIA ON OFF

Contagio zero mai stato nella realtà, contagio zero invece subito realizzato nella mente collettiva di decine di milioni di persone che hanno saputo e voluto leggere l’epidemia solo in termini di on/off. Prima accessa, poi spenta. O spenta o accesa. La pubblica opinione e non solo (anche la destra politica e soprattutto i giornali e i comunicatori della destra politica e sociale) hanno giurato sull’esistenza di un interruttore che non c’è: quello che accende o spegne una pandemia.

CORONAVIRUS 23 MAGGIO: CATTIVI MAESTRI

Ce n’è stati tanti di cattivi maestri da maggio in poi: i cantori della libertà di non indossare mascherine, i cantori della disobbedienza incivile allo Stato e alle autorità che avevano fabbricato il panico, i cantori del coronavirus non esiste o comunque se n’è andato, i diffusori della parola d’ordine secondo cui non  bisogna spaventare, i custodi e i vigilantes de propri e rispettabilissimi affari privati anche a danno, scorno e sfregio della salute del prossimo…

Tutti con numerosa claque plaudente, tanti e di ogni professione, consapevoli o incapaci di intendere ciò che dicevano…Comunque coro diffuso di coronavirus è finito, stanco, moribondo, è passata, morbo non c’è più e basta con questi che ci ammorbano con mascherine, distanze e rotture di scatole varie.

Coro a squarciagola che intonava canzoni con parole rimasticate e neanche comprese, ultimi i rappresentanti delle discoteche dichiaratisi “capri espiatori”. Capro espiatorio è un innocente preso senza colpa e responsabilità alcuna e destinato al sacrificio per placare divinità e soprattutto quel dio capriccioso, instabile, violento e crudele che è la pubblica opinione in ogni tempo e luogo. Nelle discoteche il contagio è più facile e ogni misura di prevenzione è di fatto impossibile, punto. Dire capro espiatorio è ripetere a pappagallo senza sapere quel che si dice. Ma non è solo imprecisione dei manager e padroni di discoteche, è misura e cifra del costume pubblico.

AGOSTO, VIRUS NON TI CONOSCO

Costume pubblico, gioiosa macchina dell’abolizione di ciò che è scomodo. Agosto, coronavirus è stato abolito per genuino decreto della volontà popolare. Volontà popolare che, come molto spesso le capita, non ci piglia e non ci ha preso. Ha fatto comodo ai più far come se fosse contagio zero. Non era contagio zero e ora si teme quota mille.

MASCHERINE COME CINTURA SICUREZZA

Mascherine, ad agosto i più degli italiani le hanno usate e indossate come le cinture di sicurezza nei primi tempi in cui furono introdotte: si mettevano solo se si vedeva la pattuglia della stradale. Quasi sempre i commercianti si scusano col cliente per fargliela sommariamente indossare, come fosse una seccatura per evitare la multa. Quasi sempre l’italiano in vacanza se la leva appena ha la certezza di non essere controllato, come fosse appunto obbligo e fastidio e non reciproca garanzia.

FESTE SFIDA

E non solo trascuratezza, anche una sorta di sfida più o meno consapevole. Non sono pochi quelli che hanno sentito di aggiungere qualcosa di “fico” alla loro estate organizzando e partecipando a feste pubbliche e private esplicitamente sprezzanti di mascherine e distanziamenti. La mastodontica presunzione del “tanto a me non succede” e anche qualcosa in più della rimozione, l’insolenza.

SETTEMBRE QUOTA MILLE

Quota mille contagi al giorno, soglia psicologica: 900 o 1100 non cambia molto. Ma quota mille possibile, anzi probabile tra un paio di settimane, se unita al ricordo del miraggio di quota zero di primavera/estate, può darci la misura e la consapevolezza di quanto ci siamo gioiosamente sbagliati.