Coronavirus, dagli spermatozoi è possibile capire in quali parti del mondo colpisce di più

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Luglio 2020 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, dagli spermatozoi si capisce in quali parti del mondo colpisce di più

Coronavirus, dagli spermatozoi è possibile capire in quali parti del mondo colpisce di più (Foto Ansa)

Dagli spermatozoi è possibile capire in quali parti del mondo il coronavirus colpisce di più. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori italiani che ha pubblicato i risultati delle ricerche in preprint sulla rivista Medicine&Pharmacology.

Secondo i ricercatori, c’è un legame tra Covid-19, spermatozoi e inquinamento atmosferico e lo sperma ne è quindi un buon rilevatore.

Lo studio prende in esame la sovrapposizione sorprendente fra aree a maggiore tasso di mortalità al mondo per Covid-19, tasso di inquinamento atmosferico e declino della qualità del seme negli ultimi decenni.

A quanto pare, la maggiore suscettibilità di una data popolazione ad insulti patogeni, come il coronavirus, può essere valutata attraverso la qualità del seme maschile.

Lo sperma, nell’ipotesi formulata, rappresenta una vera e propria sentinella dello stato di salute della popolazione generale. E quindi un marcatore di esposizione in relazione alle condizioni ambientali del territorio.

Nel lavoro viene messo anche in evidenza come la distribuzione dei contagi e soprattutto l’indice di mortalità partendo da Wuhan in Cina, Corea del Sud, Iran, Nord Italia. Ossia da tutti i centri dove è iniziata la diffusione e dove ha colpito con maggiore durezza, il dato comune sia la pessima qualità dell’aria.

In più, da questi iniziali epicentri la diffusione verso la Spagna, l’Europa e l’area di New York, è avvenuta fra il 30° ed il 50° parallelo dell’emisfero Nord, proprio nella stagione climatica invernale dove si registrano tassi più alti di inquinamento.

Al di fuori di questa fascia, sempre nel periodo invernale, a partire da maggio (inverno brasiliano), veniva riportato il caso di San Paolo del Brasile, città con alti livelli di inquinamento atmosferico in particolare per diossido di azoto (NO2).

In sostanza, temperatura, umidità, densità abitativa associati a fattori inquinanti rappresenterebbero fattori trainanti per la diffusione e l’impatto del virus.

Sentinelle dei danni da inquinamento

In particolare l’attenzione è riservata agli inquinanti atmosferici, capaci di esercitare attraverso stress ossidativo, infiammazione sistemica, squilibrio immunitario e coagulativo, un danno alle difese dell’organismo, favorendo l’impatto del Covid-19.

Le cellule spermatiche per l’alta sensibilità proprio agli effetti proossidanti degli inquinanti atmosferici rappresentano sentinelle della salute ambientale.

Quindi proprio nelle aree dove maggiore è la pressione ambientale e dove più alta è l’incidenza di infertilità e malattie cronico-degenerative.

La valutazione della qualità seminale per la rilevazione precoce del rischio rappresenta un possibile nuovo approccio metodologico in sanità pubblica.

Pertanto la qualità del seme come indicatore ambientale e di salute generale potrebbe essere di aiuto ai politici per avviare innovative campagne di sorveglianza sanitaria e prevenzione del rischio salute. Oltre che intervenire prontamente in aree con criticità ambientali significative al fine di ridurre i tassi di inquinamento.

Luigi Montano, Uroandrologo della Asl di Salerno e Presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana, lo spiega bene.

“I tassi di incidenza, prevalenza, e mortalità per patologie cronico-degenerative in una determinata area rappresentano indicatori epidemiologici che possono dare la misura di suscettibilità di danno a livello di popolazione”.

“Negli studi che stiamo da tempo portando avanti attraverso il progetto EcoFoodFertility sul liquido seminale e le sue importanti variazioni dovute alle condizioni ambientali. Riteniamo che possa esprimere anch’esso lo stato di salute della popolazione in relazione all’ambiente”.

“Anzi, a differenza degli altri indicatori epidemiologici prima citati che sono di esito, il seme rappresenta un biomarcatore molto precoce di danno. Esprime anche meglio un indice di rischio per la salute”.

“Infatti, gli spermatozoi sono cellule particolarmente sensibili agli stress ambientali”. Oltretutto “diversi studi evidenziano come la scarsa qualità seminale sia fortemente associata al rischio per tutte le malattie cronico-degenerative nella fase adulta”. (Fonte: Agi).