Davide Vannoni: “Staminali funzionano, raccogliete i dati”

Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 21:20 OLTRE 6 MESI FA

Staminali, Vannoni: “Funzionano, ente terzo raccolga i dati” (foto LaPresse)

MILANO – Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation insiste: ”Le nostre cure funzionano, a questo punto il ministero raccolga i dati. La cosa migliore sarebbe che a farlo fosse un ente terzo internazionale, che li raccogliesse e certificasse”. A dirlo è lo stesso presidente di Stamina Foundation, nel corso di un dibattito presso il Corriere della Sera sulle cure con cellule staminali, su cui è in discussione anche un decreto al Parlamento.

”Io non ho detto che il mio metodo guarisce – spiega – e dà la salvezza a tutti, ma è offensivo dire ai malati e alle loro famiglie che la loro speranza è falsa, quando ci sono dati raccolti in un ospedale pubblico che mostrano dei miglioramenti”. Vannoni si è riferito in particolare al caso della piccola Celeste e di Sebastian ”su cui la cura sta funzionando molto bene e senza effetti collaterali. C’e’ anche una reinnervazione dei tessuti, e se questi non sono neuroni, qualsiasi cosa siano ben venga”.

Alle critiche di altri scienziati presenti in sala, tra cui Paolo Bianco, direttore del laboratorio delle cellule staminali dell’Università La Sapienza di Roma, Vannoni ha replicato che il suo metodo ”è in chiaro, si trova su internet sul suo sito e ci sono pubblicazioni già dal 2002 su diverse riviste internazionali su aspetti pre-clinici e clinici. Non c’è niente di nascosto, noi dati ne abbiamo e stiamo aspettando gli scienziati con cui confrontarci”.

A dargli man forte anche Marino Andolina, responsabile scientifico di Stamina Foundation, che ha lamentato che i dati del loro metodo non sono stati richiesti dalla comunità scientifica. ”I dati ci sono – rileva – e sono validati da specialisti di ospedali pubblici nelle cartelle cliniche. Gli ispettori dell’Aifa, quando hanno fatto l’ispezione qualche mese fa, non hanno preso le cartelle cliniche. Ma noi quando abbiamo iniziato a usare il nostro metodo a Brescia, avevamo spiegato all’Aifa in cosa consisteva e ci era stato dato il loro ok”. Andolina ha infine detto che ha dati promettenti su due pazienti con la Sma e che hanno iniziato a provare la terapia anche sulla sclerosi laterale amiotrofica. .