Il dentista costa troppo, 1 bambino su 3 non ci va più. Apparecchi: – 40%

Pubblicato il 7 Maggio 2013 - 11:13| Aggiornato il 16 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il dentista costa troppo, gli italiani ci vanno meno e una famiglia su tre ha smesso di portarci i propri figli. E’ proprio vero che la crisi sta spegnendo il sorriso a tutti. Abbiamo visto prima i pensionati in fila dai Compro Oro che per sopravvivere arrivavano a vendersi le capsule in oro. Ora che la crisi avanza, a farne le spese sono i più piccini. Nel 2012 le richieste di apparecchi per correggere i denti sono crollate del 40% e circa due milioni di bimbi rischiano danni permanenti. L’allarme arriva dal Congresso Nazionale del Collegio dei Docenti di Odontoiatria.

La crisi, dopo avere costretto adulti e anziani a rinunciare a protesi, impianti e dentiere, ora porta quindi anche a trascurare la salute orale dei più piccoli. Oggi 5 milioni di bimbi fra i 5 e i 14 anni avrebbero bisogno di un apparecchio per i denti. In Italia il 90-95% dell’assistenza odontoiatrica è privata e i costi per le cure sono esorbitanti. Per farsi un’idea: una corona in lega nobile e ceramica costa dai 400 ai 1200 euro, l’otturazione di un molare può venire sui 120 euro, ma si va dai 70 euro di Milano ai 270 di Bologna. Sempre a Bologna, come anche a Torino, per devitalizzare un molare ci vogliono la bellezza di 650 euro.

Ecco allora che le famiglie rinunciano alla salute orale: meglio la sanità pubblica, quando è possibile. Come in Lombardia, dove vige un sistema piuttosto collaudato di convenzioni coi privati. O in Friuli dove si offre ampia assistenza pubblica. Ma nel resto d’Italia si fatica a garantire il minimo.

Ma è dalle nuove tecnologie che ci si aspetta il vero risparmio:  l’industria odontotecnica è già al lavoro su materiali hi-tech e nuove formule ambulatoriali a prezzi calmierati. Meglio puntare sulla prevenzione, per evitare costi eccessivi in futuro. E affidarsi al digitale: niente più gesso e paste, uno scanner scandaglia la bocca ed elabora modelli virtuali. Un laboratorio robotizzato, anche a distanza, legge i file e realizza la protesi personalizzata. Certo al dentista l’investimento tecnologico costa, ma per il paziente si parla di un risparmio del 30% sul costo finale.