Diabete giovanile, cura preventiva per i bimbi scoperta da ricercatori italiani

di Paola Mariano
Pubblicato il 28 Ottobre 2013 - 14:08 OLTRE 6 MESI FA
Diabete giovanile, cura preventiva per i bimbi scoperta da ricercatori italiani

Diabete giovanile, cura preventiva per i bimbi scoperta da ricercatori italiani

ROMA – Italiani hanno scoperto una possibile causa del diabete di tipo 1 (diabete giovanile) e quindi anche una potenziale soluzione preventiva da mettere in atto nei primissimi giorni di vita dei bambini a rischio di ammalarsi. Si tratta della carenza di una famiglia di molecole – le carnitine – che contribuiscono ad eliminare cellule immunitarie ‘autoreattive’ responsabili della malattia.

Resa nota sulla rivista Nutrition and Diabetes (edita da Nature), la notizia è frutto del lavoro di un team di ricercatori dell’ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, in collaborazione con colleghi dell‘ospedale Bambino Gesù di Roma, coordinati dal professor Gian Franco Bottazzo, ex direttore scientifico del Bambino Gesù.

Grazie a un’intuizione e al fatto che ”Giancarlo La Marca del Meyer eseguiva nel suo laboratorio un particolare screening neonatale ‘allargato’, unico in Italia, per la diagnosi di malattie metaboliche – spiega Bottazzo all’ANSA – abbiamo scoperto che i nuovi nati con basse concentrazioni di carnitine nel sangue, sviluppano in seguito la malattia”.

L’idea è quindi fare una sperimentazione clinica in cui si somministra per i primi giorni di vita del bebè a rischio diabete un biberon con integratori di carnitina per vedere se questo intervento precocissimo consente di prevenire la malattia. Il diabete di tipo I è una malattia autoimmune: le cellule immunitarie ‘impazziscono’ e distruggono le cellule che producono insulina nel pancreas.

Gli esperti credono che la malattia sia in qualche modo ‘decisa’ sin dai primi giorni di vita e che le carnitine servano ad eliminare le cellule immunitarie autoreattive che causano la malattia. Vi sono bimbi a più alto rischio di ammalarsi e sono coloro che hanno nel Dna i geni chiamati HLADR3 e HLADR4. ”Infatti oltre il 90% dei diabetici di tipo 1 è portatore di questi geni”, spiega Bottazzo che nel 1974 fu il primo a riconoscere la forma autoimmunitaria della malattia. Su ogni nuovo nato si esegue di routine uno screening neonatale per vedere se il bebè è a rischio di alcune malattie metaboliche gravi.

”La Manca – spiega Bottazzo – esegue una versione particolare di questo test, estesa anche alla ricerca di altre molecole nel sangue, tra cui le carnitine. Poiché dati in letteratura indicano che pazienti con diabete di tipo 1 conclamato hanno bassi livelli circolanti di carnitina – continua Bottazzo – abbiamo deciso di intraprendere questo lavoro e, sfruttando i dati del registro toscano sul diabete di tipo 1 forniti da Sonia Toni, Responsabile del Centro del Diabete Giovanile, sempre del Mayer, abbiamo visto che i livelli di carnitine nel sangue erano bassi alla nascita in neonati sani che poi avrebbero sviluppato il diabete”.

In sostanza, la Toni ha fornito i nomi dei bimbi cui era stato diagnosticato il diabete e che, appena nati, erano stati sottoposti allo speciale screening neonatale di La Manca. ”Bassi livelli di carnitina alla nascita, spiega Bottazzo, potrebbero predisporre al diabete 1 in quanto le carnitine servono a eliminare cellule immunitarie autoreattive normalmente presenti nel timo (ghiandola che scompare crescendo) dei neonati. Se la loro morte non avviene prestissimo, queste cellule entrano nel circolo sanguigno, si annidano nei linfonodi e, se attivate, causano il diabete”.

”È la prima volta – afferma Bottazzo – che si è trovato un marcatore del diabete 1 alla nascita”. Solo con una sperimentazione clinica si potrà però dire se la carenza di carnitina è complice del diabete, conclude.