Ebola avanza, dopo 63 morti in Guinea: risale l’Africa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2014 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA
Ebola avanza, 63 morti in Guinea: timore epidemia da Liberia a Sierra Leone

Virus ebola (Foto Ansa)

ROMA – Due nuovi casi sospetti del virus ebola in Sierra Leone, 86 quello in Guinea e almeno 63 morti. Il timore di una nuova epidemia di ebola, una delle malattie tra le più letali e per cui non esistono cure, avanza tra la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone. A lanciare l’allarme è l‘Organizzazione mondiale della Sanità, Oms, mentre in Guinea il consumo di carne di pipistrello, sospettato di essere il portare di questa malattia, è stato messo al bando.

Repubblica spiega:

“Le autorità della Guinea hanno detto che il focolaio di Ebola si è diffuso nelle aree più remote del paese. Le agenzie delle Nazioni Unite e diverse organizzazioni umanitarie, come Medici Senza Frontiere (MSF), sono intervenuti per aiutare la Guinea, uno dei paesi più poveri del mondo, anche nel timore che il virus possa diffondersi nelle nazioni confinanti dell’Africa occidentale, come la Liberia, dove le autorità hanno fatto sapere della morte di cinque persone con infezioni sospette. Stessa cosa in Sierra leone, dove ci sono stati altri due morti nella città di confine di Boidu, anche questi decessi sembrerebbero collegati all’Ebola”.

Il ministero della Salute della Guinea ha sottolineato che l’epidemia non si sta diffondendo e che le apparecchiature di Medici Senza Frontiere stanno permettendo di arginare il pericolo della diffusione dell’ebola, spiega Repubblica:

“Un portavoce di MSF ha detto che il numero di infezioni sospette era salito di appena 2 dal martedì a 88, secondo i dati del governo. Altre quattro persone sono morte, tuttavia, portando il bilancio delle vittime a 63. MSF ha fdatto arrivare in Guinea 33 tonnellate di attrezzature mediche, consentendo la creazione di un reparto di isolamento in Gueckedou, l’epicentro del focolaio. Un’altra struttura di isolamento è in fase di realizzazione nella città di Macenta, dove ci sarebbero altri casi sospetti”. 

A rendere pericoloso il virus, che causa una febbre emorragica ed è altamente contagioso, è l’inesistenza di un vaccino e di cure per debellarlo:

“L’Ebola non si manifesta prima di tre settimane dal momento del contagio; i suoi sintomi sono simili a quelli della malaria e del colera, e questo rende difficile la sua diagnosi, soprattutto in Africa occidentale, dove queste malattie sono endemiche. Il virus provoca inizialmente febbre violenta, mal di testa, dolori muscolari, congiuntivite e debolezza, prima di trasferirsi in fasi più gravi di causare vomito, diarrea ed emorragie. Non esiste un vaccino e nessuna cura conosciuta”.