Ebola, epidemia dilaga. Gsk: “Vaccino nel 2016”. Usa ordina produzione ZMapp
Pubblicato il 17 Ottobre 2014 - 22:34 OLTRE 6 MESI FA

Ebola, epidemia dilaga. Gsk: “Vaccino nel 2016”. Usa ordina produzione ZMapp
ROMA – Il vaccino sarà pronto solo dal 2016. Questo l’annuncio della GlaxoSmithKline, la casa farmaceutica che nei laboratori di Pomezia ha sintetizzato il vaccino contro l’Ebola. Ripley Ballou, dottore a capo del programma a Pomezia, ha spiegato che serviranno altri test per valutare la sicurezza e l’efficacia del vaccino e per avere le prime 10mila dosi richieste dall’Organizzazione mondiale della Sanità bisognerà attendere la fine del 2015.
Invece negli Stati Uniti, dove il paziente “zero” di Dallas è morto per il virus e due infermiere sono state contagiate, le autorità sanitarie rispondono all’annuncio con l’ordine di produrre in larga scala il vaccino ZMapp, prodotto dalla Mapp Biopharmaceutical di San Diego e usato in fase di sperimentazione per trattare i primi casi, ma le cui dosi sono già finite.
Repubblica scrive:
“In un primo tempo si era ipotizzato che 10mila dosi del farmaco, approvato dall’Organizzazione mondiale per la sanità, potessero essere già commercializzate all’inizio del 2015. Ma “prima di poter utilizzare il vaccino – ha spiegato il dottor Ripley Ballou, a capo del programma di ricerca GSK – abbiamo bisogno di ulteriori test sulla sua efficacia e sicurezza e non saremo pronti prima della fine del 2015. Di conseguenza, il farmaco verrà commercializzato all’inizio del 2016 e quindi non può essere considerato come una risposta all’epidemia in corso”.
Il vaccino è ancora in fase 1 di sperimentazione sui volontari americani, inglesi e di alcuni paesi africani, spiega Ballou:
“Poi ci vorrà un po’ di tempo per elaborare i dati e capire qual è la dose efficace e quanto dura l’effetto protettivo e allo stesso tempo bisognerà acquisire l’abilità di produrlo su larga scala. Saremo in grado di farlo solo nel 2016, quando sarà troppo tardi per intervenire su questa epidemia. Il lavoro però aiuterà a evitare le prossime”.
Già lo scorso marzo, con l’inizio dell’epidemia, l’Oms e la casa farmaceutica avevano ipotizzato di velocizzare le sperimentazioni:
“ma abbiamo convenuto di non farlo, all’epoca nessuno poteva immaginare che sarebbe stato necessario un vaccino. Certo, ripensandoci ora avremmo potuto ‘premere quel grilletto’ prima”.
L’ong Medici senza Frontiere, che lotta in prima linea contro l’epidemia di Ebola in Africa, reagisce con rabbia e delusione alla notizia:
“La situazione sul terreno è catastrofica. Questa epidemia non autorizza ad alcun ritardo, perché l’impatto sul numero delle persone che soffrono e muoiono di Ebola potrebbe essere significativo”. Medici senza Frontiere “riconosce e apprezza” ciò che ha fatto GSK per accelerare lo sviluppo del vaccino, ma “gli sforzi devono andare più lontano”, con Medici senza Frontiere che ritiene il vaccino la “svolta” nella lotta all’epidemia. Per questo l’ong invita GSK e “tutti gli altri sviluppatori” a rimuovere ogni ostacolo e a essere “ambiziosi” per rendere disponibile “un vaccino sicuro ed efficace per l’Africa occidentale il più presto possibile”.
Intanto negli Stati Uniti l’authority ha ordinato la produzione su larga scala del vaccino ZMapp:
“Quasi rispondendo all’invito, alla frenata della GSK risponde l’accelerazione impressa negli Stati Uniti dalle autorità sanitarie, che hanno chiesto a tre moderni laboratori di sottomettere piani di produzione su larga scala del vaccino ZMapp, noto per essere stato usato, quando era ancora in fase di sperimentazione, nella cura dei primi casi di contagio tra gli operatori sanitari impegnati in Africa occidentale. ZMapp era prodotto dalla Mapp Biopharmaceutical di San Diego, che lo scorso agosto ha annunciato di aver esaurito tutte le scorte.
La Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA) ha rivolto il suo invito al Texas A&M Health Science Center – che tra l’altro opera in collegamento proprio con GlaxoSmithKline -, al laboratorio della Emergent Biosolutions a Baltimora e a quello della svizzera Novartis a Holly Springs, North Carolina.
Ai concorrenti è richiesta una produzione di 50 milioni di dosi entro quattro mesi e, più in generale, di sviluppare una capacità “flessibile” di produrre le contromisure a minacce di tipo chimico, biologico, radiologico e nucleare. I piani di produzione dovranno arrivare alla BARDA entro il 10 novembre e l’agenzia procederà alla scelta del laboratorio incaricato della produzione su larga scala del vaccino”.