Ebola e influenza: febbre, vomito, pancia…Stessi sintomi, ipocondriaci attenti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Ottobre 2014 - 16:31 OLTRE 6 MESI FA
Influenza sintomi: febbre alta, dolori, tosse... Gli stessi di Ebola. Non confondeteli

Influenza sintomi: febbre alta, dolori, tosse… Gli stessi di Ebola. Non confondeteli

ROMA – Febbre alta, sopra i 38.6°. E poi tosse, problemi respiratori, dolori articolari, magari vomito e dolori di stomaco. Sintomi precisi di influenza. E in un autunno/inverno di anno “normale” nessuno avrebbe mai un dubbio: di influenza si tratta e di nient’altro si può trattare. Si contatta un medico, si prendono le medicine prescritte, spesso medicine inutili perché l’influenza non si cura con gli antibiotici, e dopo qualche giorno si torna alle proprie faccende. Il 2014/2015, però, anno proprio normale non è e non sarà: perché sono e saranno i mesi dell’epidemia (in Africa) del virus ebola. E febbre alta, tosse, problemi respiratori, vomito, dolori articolari e di stomaco sono anche sintomi della prima fase della febbre emorragica che uccide più di una persona su due di quelle che contagia.

Così, dopo influenze aviarie,  suine, sars, e pandemie varie anche il 2014 serve la sua psicosi. Basta aver letto qualche giornale negli ultimi giorni. In occidente i casi di falso allarme da ebola superano di gran lunga e per fortuna quelli di vero virus ebola. Facile, facilissimo immaginare cosa succederà tra qualche settimana quando l’influenza farà il suo mestiere e metterà a casa i soliti 4 milioni di italiani con 38 e passa di febbre. Centinaia di persone coveranno la paura di avere ebola, correranno dal medico di base o in ospedale (che è comunque cosa da non fare anche se si avesse davvero ebola, se non altro per non infettare altri) chiedendo di essere isolati, curati, e salvati. Psicosi, insomma. Anche i più cauti tra gli “ipocondriaci formato ebola” conterranno per così dire la psicosi a casa, insomma se la faranno metaforicamente sotto temendo non sia influenza…stavolta!

Sia chiaro: influenza e ebola non sono equivalenti,  nemmeno lontani parenti e, per quanto possa sembrare paradossale, in Italia per ora è molto più pericolosa l’influenza. Per un solo motivo: Ebola in Italia non c’è. E la speranza, qualcosa di più, è che da noi non arrivi se non nella quantità infinitesimale di pochi casi.  Ebola è una possibilità da considerare solo se si è stati in contatto con persone ammalate. Cosa, questa, non accaduta al 99, 9 periodico degli italiani.

I sintomi dell’influenza Sono quelli che ci accompagnano anno dopo anno. Così come le indicazioni preventive e terapeutiche sono sempre le stesse: lavarsi bene le mani e tenere pulite le vie respiratorie abbassa il rischio di ammalarsi. E vaccinarsi, soprattutto per i soggetti a rischio (anziani, bimbi, diabetici ecc) è altamente consigliato.

  • Febbre, in alcuni casi alta, sopra i 38 gradi
  • mal di gola
  • tosse
  • dolori articolari e muscolari

Nel caso di virus intestinale anche

  • nausea
  • vomito
  • inappetenza
  • spossatezza
  • diarrea

I sintomi del virus Ebola.  Sono diversi e fondamentalmente divisibili in due classi. Quelli comuni a tutti i casi di ebola e quelli specifici solo di alcuni ceppi virali. E come si vede dall’elenco, purtroppo, sono proprio quelli più comuni a essere simili a quelli dell’influenza.

  • febbre,
  • mal di testa,
  • dolori articolari e muscolari,
  • debolezza,
  • diarrea,
  • vomito,
  • mal di stomaco,
  • inappetenza.

Ci sono poi quelli specifici, che compaiono in fase più avanzata con l’aggravarsi della malattia e solo in alcuni casi:

  • eruzioni cutanee
  • occhi rossi e congiuntivite,
  • singhiozzo,
  • tosse,
  • mal di gola,
  • dolore toracico,
  • perdita di peso,
  • difficoltà di respirazione,
  • difficoltà di deglutizione,
  • sanguinamento all’interno e all’esterno del corpo.

Cosa fare . La prima cosa è avere misura e contatto con la realtà: non allarmarsi per la febbre, neppure se alta. L’influenza è una patologia comune. E davanti a febbre alta, vomito, nausea o affini pensare a Ebola è illogico. La spiegazione migliore, diceva il filosofo medievale Guglielmo di Occam, è quella che riesce a spiegare tutto nel modo più semplice.

Niente corsa al Pronto soccorso, quindi. Meglio una semplice telefonata al medico di famiglia. Anche perché andare al pronto soccorso per un’influenza peggiora la situazione: si attendono ore, si prende freddo, si rischia anche di pagare la visita per un quasi inevitabile “codice bianco”.

Per evitare di porsi il problema, avere dubbi e farsi cogliere da psicosi che nulla hanno a che fare con la realtà c’è sempre la vaccinazione. La campagna parte proprio da questa settimana e la composizione di tutti i vaccini influenzali per il 2014-2015 segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema).

Si tratta della stessa tipologia di vaccini somministrata lo scorso anno.  I ceppi del virus coperti dal vaccino trivalente sono il ceppo A/California/2009, quello di origine suina, rimasto stabile, il ceppo A/Texas/2012, e il ceppo B/Massachussets/2012, cui si aggiunge, per il tetravalente il ceppo B/Brisbane/2008. La protezione indotta dal vaccino comincia circa dopo due settimane dalla vaccinazione e dura per un periodo di sei-otto mesi, per poi decrescere. settimana.