Ebola prova generale di apocalisse perché distruggiamo habitat e liberiamo virus

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Ottobre 2014 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA
David Quammen

David Quammen

ROMA – Ebola è solo la “prova generale” dell’apocalisse che verrà, della pandemia che potrebbe ucciderci a milioni. Non è questione di “se” ma solo di “quando”. Non è la previsione di uno stregone, di un Nostradamus dei giorni nostri, ma la tesi di uno scienziato. David Quammen, scienziato americano e divulgatore tra i più noti, lo spiegherà nei dettagli al Festival della Scienza di Torino dove sarà ospite il 26 ottobre.

A La Stampa anticipa qualcosa delle sue teorie. Per esempio ricorda una cosa tanto vera quanto colpevolmente dimenticata. Ovvero che l’umanità è parte del regno animale, e più distrugge il suo habitat, più questo reagisce con mezzi sempre più offensivi. Non è una legge mistica, o peggio una punizione divina, ma il semplice funzionamento della natura: le ferite all’ecosistema prima o poi tornano indietro.

Basta pensare che il 60% delle infezioni che ci tormentano è di origine animale e deriva quindi dal sempre più sballato rapporto tra uomini e animali. Oggi ebola, prima ancora aviaria, mucca pazza…

“Ebola – spiega Quammen a La Stampa – non è ancora l’apocalisse, ma «una specie di prova generale». La spiega così: “Se ci saranno milioni di morti o se al contrario riusciremo a reagire in tempo, per esempio contro una nuova forma killer di influenza, dipenderà da ciò che faremo e da ciò che non faremo”.

L’esito della sfida dipende da elementi eterogenei: la capacità di reazione della comunità scientifica e dei governi, ma anche l’accuratezza dei kit diagnostici, l’impegno a spendere risorse nella ricerca e nella prevenzione e allo stesso tempo la volontà – sottolinea – “di affrontare seriamente il problema dei virus”. E, soprattutto, dipende “dal modo in cui riusciremo a mitigare l’impatto distruttivo della civiltà sul Pianeta”.