Febbre, serve contro l’infezione: l’ossessione sbagliata di farla calare sempre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Gennaio 2017 - 14:31 OLTRE 6 MESI FA
Febbre, serve contro l'infezione: l'ossessione sbagliata di farla calare sempre

Febbre, serve contro l’infezione: l’ossessione sbagliata di farla calare sempre

ROMA – La febbre alta è un meccanismo di difesa naturale del corpo umano contro le infezioni virali e batteriche. L’ossessione di farla calare sempre è sbagliata, ma se troppo alta può essere comunque dannosa per la salute.

Angela Nanni sul quotidiano La Stampa scrive che la temperatura dell’organismo sale per permettere alle difese immunitarie di uccidere più facilmente i microorganismi che causano le infezioni. Le temperature più alte infatti accelerano le reazioni metaboliche e impediscono il proliferare dei batteri e dei virus. La Nanni spiega come funziona il meccanismo di difesa del corpo umano:

“Per aumentare la temperatura corporea l’organismo umano mette in atto tutta una serie di meccanismi come i brividi, ovvero la contrazione ritmica di tutti i piccoli muscoli disposti alla base di ognuno dei nostri peli, al fine di raggiungere la temperatura decisa dall’ipotalamo e la vasocostrizione a livello di mani e piedi, che sono freddi proprio perché il sangue viene veicolato verso le zone centrali del corpo. E’ questo il motivo per cui mentre la febbre sta salendo le mani e i piedi sono freddi, mentre quando non sale più anche le estremità diventano bollenti.

«Il rialzo della temperatura corporea è quindi un segno che l’organismo sta attuando i propri meccanismi di difesa contro un’infezione e non è essa stessa la malattia – chiarisce il professor Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università presso l’Ospedale dei Bambini di Milano, Vittore Buzzi, -pertanto è normale aspettarsi che persistano rialzi febbrili finché il processo infettivo che li ha determinati non sarà del tutto esaurito»2.

La febbre è un sintomo della presenza di infezione che spaventa molto, ma non sempre c’è da preoccuparsi, come spiega Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP):

“«Nei bambini la febbre va assolutamente abbassata quando si accompagna a malessere diffuso e non se la temperatura è superiore ai 38,5 °C; se il piccolo continua a giocare non c’è da preoccuparsi troppo, mentre è necessario usare un antipiretico se il bambino piange in maniera inconsolabile, se è sonnolento o confuso. È bene precisare, infine, come una corretta informazione sui temi di salute rappresenti un contributo essenziale per innalzare la qualità dell’assistenza. La febbre molto alta, per esempio, è tra i sintomi di meningite ma non è il solo: non occorre allarmarsi e correre al pronto soccorso solo perché la febbre è elevata»”.

 

Per abbassare la febbre è possibile utilizzare paracetamolo e ibuprofene, mentre per gli altri farmaci è necessaria la prescrizione medica. I due farmaci non vanno mai mischiati e possono essere presi ad intervalli rispettivamente di 6 ore e di 8 ore. Da evitare gli antibiotici, a meno che non si tratti di una infezione batterica accertata dal medico. Ci sono poi altri consigli e rimedi da seguire:

“Oltre all’impiego dei farmaci, quando strettamente necessario, può essere utile ricordare che i bambini non vanno mai coperti troppo quando non rabbrividiscono più, proprio per favorire la dispersione del calore e l’abbassamento della temperatura, così come è fondamentale farli bere per impedirne la disidratazione e favorirne il corretto smaltimento degli antipiretici che stanno eventualmente assumendo. I mezzi fisici per abbassare la temperatura come le spugnature fredde o con alcol, sono consigliate solo con temperatura superiore ai 41,5 °C, ovvero in caso di ipertermia, una situazione che può realizzarsi in caso di colpo di calore, per esempio”.

Anche per gli adulti la febbre è solo un sintomo e in caso le infezioni siano virali bisogna solo attendere che passi:

“«Anche per limitare le brusche riduzioni di temperatura, con sudorazione profusa e abbassamento di pressione. Nelle sindromi influenzali e in generale nelle virosi respiratorie la febbre dura tre-quattro giorni ed ha caratteristiche che in termini medici si definiscono intermittenti o remittenti : è cioè più bassa o assente al mattino e si alza la sera, di solito all’ora del te, che è un buon momento per prendere del paracetamolo, come pure, se febbre e fastidi persistono, prima di andare a dormire. L’uso di antibiotici in questi casi non è indicato e non influisce sull’andamento della malattia. La prescrizione dell’antibiotico va valutata dal medico ed è in genere limitata a situazioni particolari, a persone portatrici di altre malattie o al fondato sospetto di infezioni causate da batteri»”.

Se la febbre persiste per molti giorni, spiega il professor Galli a La Stampa, allora è necessario consultare il medico:

“«Se la febbre alta persiste oltre i 4-5 giorni è opportuno consultare nuovamente il medico per gli esami e i provvedimenti del caso. Particolare attenzione va riservata a persone anziane, ai cardiopatici, ai portatori di malattie polmonari, inclusi gli asmatici, ai diabetici, ai grandi obesi e alle donne al terzo trimestre di gravidanza. In tutti questi casi l’influenza può assumere caratteri di particolare gravità, ed è quindi fortemente indicata la vaccinazione, che è prevista ogni anno in autunno anche per tutte le persone con più di 65 anni. Quest’anno il picco dell’influenza è stato registrato tra Natale e Capodanno, in netto anticipo rispetto all’anno scorso. Al 15 di gennaio erano stati segnalati al Ministero della Salute 94 casi gravi di influenza A, con 15 morti, purtroppo quasi tutti nelle categorie di persone per cui è prevista la vaccinazione e in cui la stessa non era stata attuata».