ROMA – Un gene killer caricato su un virus inoffensivo e iniettato nel paziente per uccidere le cellule cancerogene. Una terapia genica contro il cancro che diviene sempre più una realtà dopo i risultati ottenuti dai ricercatori dell’università di Washington a Saint Louis. I virus contenenti il gene killer hanno colpito solo le cellule tumorali nei topi su cui è stato condotto l’esperimento e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Plos One.
Si tratta di una prova di principio in cui è stato dimostrato che la terapia genica può colpire in modo mirato solo cellule specifiche, in questo caso quelle dei vasi sanguigni del tumore, senza intaccare i tessuti sani. Di solito i virus usati come navette, per trasportare farmaci o geni, si bloccano una volta arrivati nel fegato e questo inconveniente ha limitato finora i tentativi di realizzare terapie di questo tipo.
Il vettore virale sviluppato contiene una sezione di Dna chiamata Robo4 che si attiva nelle cellule che rivestono i vasi sanguigni dei tumori. Gli esperimenti sui topi hanno dimostrato che è possibile iniettare il vettore con il suo carico di geni nel sangue degli animali e che questo arriva spedito nei vasi sanguigni del tumore, evitando gli altri tessuti e soprattutto polmoni, reni, cuore e altri organi sani.
Questo approccio, secondo gli autori, potrebbe essere applicato anche ad altre malattie, in cui vi sono vasi sanguigni anomali su cui intervenire, compresi l’Alzheimer, la sclerosi multipla e l’insufficienza cardiaca.