"Il colesterolo 'buono' non esiste": Hdl non previene gli infarti

Pubblicato il 8 Giugno 2012 - 14:24 OLTRE 6 MESI FA

VERONA – Il cosiddetto colesterolo ''buono'', l'Hdl, non sarebbe tale e viene ridimensionato per quanto riguarda la prevenzione dell'infarto. E' il risultato di uno studio internazionale coordinato dall'Universita' di Harvard al quale hanno partecipato due gruppi italiani dell'Universita' di Verona e dell'Universita' di Milano e pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista scientifica ''Lancet''.

La ricerca ha individuato una serie di varianti genetiche associate ai livelli di colesterolo Hdl e Ldl, piu' noti come forme di colesterolo ''buono'' e ''cattivo'' e ne ha valutato l'impatto sul rischio cardiovascolare in una popolazione di oltre 110.000 individui (20.913 casi di attacco cardiaco e 95.407 individui di controllo).

Se e' noto che il colesterolo Ldl e' fortemente associata al rischio di sviluppo di infarto miocardico e altre malattie cardiovascolari, l'Hdl, il ''buona'', era considerato invece protettiva. Lo studio pubblicato ha invece smentito pero' quello che si credeva sino ad ora un ''dogma'' del rischio cardiovascolare, ovvero – sostengono i ricercatori – che l'aumento dei livelli del cosiddetto colesterolo ''buono'' si traduca sempre e comunque in una effettiva protezione. A sostegno della nuova tesi l'analisi del gene Lipg che controlla la produzione di una particolare proteina, denominata ''lipasi endoteliale'' da parte delle cellule che rivestono l'interno dei vasi sanguigni. Essa normalmente abbassa i livelli di colesterolo Hdl circolante.

La mutazione del gene Lipg individuata dai ricercatori compromette tale funzione e quindi e' associata a livelli piu' elevati di colesterolo Hdl. La ricerca ha studiato un campione di soggetti portatori di tale mutazione del gene Lipg e che dunque dimostravano un livello piu' alto di colesterolo Hdl e, in teoria, avrebbero dovuto essere maggiormente protetti dal rischio cardiovascolare rovesciando le precedenti teorie.