Influenza 2015 colpisce duro: 80% “suina” e pochi vaccinati. Il picco? Domani

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Gennaio 2015 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA
Influenza 2015 colpisce duro: 80% "suina" e pochi vaccinati. Il picco? Domani

Influenza 2015 colpisce duro: 80% “suina” e pochi vaccinati. Il picco? Domani

ROMA – L’influenza nel 2015 colpisce duro. Un nuovo ceppo “suino” all’80% che promette più casi, soprattutto dopo il calo di vaccinazioni scatenato dal caso Fluad. E il picco previsto per febbraio sembra essere già arrivato, con un impennata di casi già da metà gennaio.

Stefania Salmaso, direttore del Centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità, spiega:

“Nelle ultime settimane sono stati segnalati una sessantina di casi più gravi, ed in una cinquantina di questi è stato necessario ricorrere alla ventilazione assistita attraverso l’apparecchiatura Ecmo”.

L’influenza stagionale entra così nella fase più acuta:

“La maggioranza dei casi è dovuta al virus della cosiddetta influenza suina, A-H1N1, ma questo dato non preoccupa particolarmente, infatti ci si attendeva l’arrivo di un ceppo virale nuovo ed eventualmente più virulento, ma al momento il ceppo che continua a circolare maggiormente è appunto l’H1N1, già noto e già ricompreso nella composizione del vaccino”.

A far nascere qualche timore invece è il nuovo ceppo del virus A-H3N2, ceppo che non era compreso nel vaccino antinfluenzale e che si sta diffondendo negli Stati Uniti e in nord Europa:

“Potrebbe arrivare anche da noi, ma bisogna vedere, nel caso, in che termini e portata. Insomma – conclude l’esperta – è una spia rossa che si accende, ma non è detto che a ciò corrisponderà poi un reale pericolo”.

Il numero di casi di influenza poi potrebbero aumentare, complici i cali di vaccinazioni dopo il caso Fluad, vaccino accusato di aver causato effetti collaterali mortali e poi scagionato. Per vaccinarsi spiega Carlo Signorelli, presidente della Società italiana di Igiene, c’è ancora tempo:

“Anche se è un po’ tardi per vaccinarsi, per le categorie a rischio, come gli over-65, non è invece mai troppo tardi, e questo gesto potrebbe evitare conseguenze più gravi”.