CROWNSVILLE (USA) – Jack Thomas Andraka: se il nome non vi dice nulla è perché non avete mai avuto a che fare con un tumore al pancreas. Perché Jack Thomas, 16 anni, è colui che un anno, quando di anni ne aveva 15, ha inventato un nuovo metodo, veloce e non troppo caro, per diagnosticare questo cancro letale, oltre a quelli alle ovaie e ai polmoni. Un metodo semplice, come spiega Mario Pappagallo sul Corriere della Sera, che si basa sull’individuazione di una proteina presente ai primi stadi del tumore al pancreas. Un metodo non troppo costoso: per svilupparlo ci sono voluti 75mila euro.
Jack Thomas Andraka è nato a Crownsville, nel Maryland, nel 1977. Nel 2012 ha ricevuto il Gordon E. Moore Award , il Gran premio della Intel International Science and Engineering Fair, cioè 75mila dollari per sviluppare la propria invenzione.
Come ha fatto lo ha spiegato lui stesso alla Rome Maker Faire di Roma a Pappagallo:
“Mi sono interessato del tumore al pancreas per la morte di un caro amico di famiglia. Per me era come uno zio. Ho cominciato a fare ricerche nel web su questo tipo di cancro, sulle proteine tumorali e sui recettori. E ho trovato un database di 8 mila proteine, potenziali indicatori di un tumore al pancreas. La quattromillesima proteina mi è sembrata interessante: nel sangue dei malati ce n’è tantissima. Ho pensato fosse il mio target. Così ho ideato un test, basato su sensori e nanotubi di carbonio, per poterla individuare in fase precoce”.
A quel punto Jack cerca un finanziatore. Scrive a 200 docenti della John Hopkins University e del National Institutes of Health. Tutti lo ignorano, tranne Abirban Maitra, professore della John Hopkins esperto di cancro al pancreas.
Dopo sette mesi di esperimenti nel lavoratorio di Maitra Jack mette a punto il suo metodo. Semplice come un test di gravidanza: il dispositivo, simile ad una striscia, viene immerso nell’urina o nel sangue e segnala i livelli della proteina mesotelina.
Secondo Forbes, l’esame di Jack è 160 volte più rapido degli altri test, 100 volte meno caro e 400 volte più preciso. Una bella speranza contro un tumore che ha un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 5,5%, uno dei più bassi.
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