Legge 40, rinvio in Corte Costituzionale per l’uso degli embrioni per la ricerca

Pubblicato il 12 Dicembre 2012 - 14:43 OLTRE 6 MESI FA
La Corte Costituzionale (Foto Lapresse)

ROMA – Un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. I punti della legge contestati dal tribunale di Firenze sono quelli relativi al divieto di utilizzare, per la la ricerca, gli embrioni sovrannumerari malati o abbandonati e quello sull‘irrevocabilità del consenso della donna ai trattamenti di procreazione assistita dopo la fecondazione dell’ovocita.

Secondo i giudici di Firenze la legge 40 viola gli articoli della Costituzione 2 (sui diritti inviolabili dell’uomo), 9 (sulla promozione della ricerca scientifica) e 32 (sulla tutela della salute e sulla non obbligatorietà dei trattamenti sanitari se non per disposizione di legge) in riferimento al divieto di utilizzo degli embrioni abbandonati o malati a fini di ricerca.

Verrebbero anche violati gli articoli 2, 13 ( sull’inviolabilità della libertà personale) e 32 in riferimento all’irrevocabilità del consenso della donna ai trattamenti dopo la fecondazione dell’ovocita.

Il rinvio alla Corte Costituzionale da parte del tribunale di Firenze segue il ricorso di una coppia affetta da patologia genetica che, dopo la diagnosi preimpianto, ha rifiutato l’impianto di embrioni malati o non testabili, e ha chiesto di destinarli alla ricerca. 

Per l’Associazione Luca Coscioni questo rinvio è “una vittoria”. Filomena Gallo, segretaria dell’associazione, ha spiegato: “Per la prima volta la legge 40 viene rinviata alla Consulta per due nuove motivazioni: l’assurdo divieto a revocare il consenso, che rende la fecondazione assistita nella sostanza un trattamento sanitario obbligatorio, e il divieto di fare ricerca sugli embrioni scartati, che obbliga i ricercatori italiani a rivolgersi all’estero per la ricerca. Il tribunale sancisce il diritto a scegliere se sottoporsi a un trattamento sanitario o no, in qualsiasi momento, e la libertà della ricerca”.